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Libro vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2023Libro finalista del Premio Chiara 2023Un romanzo che restituisce corpo e vita alle brillanti traiettorie di sogni che cambiano la realtà anche quando non riescono a realizzarsi.
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Per metà, autofiction con inclinazione a disincanto radicale. Per l'altra, racconto, né empatico né distaccato, di storie di marginali del cinema: sconosciuti, dimenticati, falliti, gente vittima delle proprie velleità. Ecco, il plot trasversale sembra proprio questo: l'irresistibile fascino del fallimento e del declino.
È un racconto tra le ombre quello di Emiliano Morreale. Le ombre del cinema. Racconta di Giuseppe Greco, figlio di Michele, notissimo mafioso, con la passione per il cinema e la regia, firmerà mediocrissimi film con lo pseudonimo di Giorgio Castellani. Del regista polacco Michał Waszyński, dalla vita avventurosa e truffaldina. Di Douglas Sirk della generazione dei registi austriaci e tedeschi rifugiati a Hollywood, di Veit Harlan, autore di “Süss l’ebreo”. Di Alberto Grifi e del suo film più famoso ”Anna”. Di storia del cinema pornografico. Della diva del muto Dorothy Gibson salvatisi dal disastro del Titanic. Di passaggio incontriamo Mike Bongiorno, Indro Montanelli, Ciprì e Maresco il cinema “Lubitsch”, Peppuccio Tornatore. L’autore segue vicende importanti o secondarie, lo fa con passione, sentimento, tormento. Rincorre attori e attrici, cerca case, luoghi, lontani parenti, sopravvissuti, vuole capire molto di più di quanto trova nei libri, nelle sceneggiature, nelle pellicole. Racconta di un cinema di fantasmi, di ectoplasmi, di morti. È il cinema come l’ha raccontato Edgar Morin fatto di magia, sdoppiamento, visioni allucinatorie, spettri. Le scelte dell’autore raccontano di tragedie, di sfortune e persecuzioni. Lo fa con grazia, il libro si legge d’un fiato appiccicati alle conclusioni che appaiono drammatiche fin da subito. È una scelta? È il retaggio culturale? “Il pensiero dei siciliani corteggia sempre i cimiteri” ha scritto Vitaliano Brancati.
Ho letto questo libro dopo alcuni mesi dall'uscita e l'ho trovato superfluo, figlioccio di altre ben più robuste opere. Il classico poeticismo di provincia ormai sfitto, trito e ritrito, mi chiedo come mai Sellerio pubblichi certi libri, SCONSIGLIATO
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