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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
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Inverno di sangue per il commissario De Vincenzi.
Gennaio 1929. Mentre il Generale Inverno assedia Milano e la avvolge di bianco, il pugno di ferro della milizia fascista cala sulla città che sta cambiando da un giorno all'altro. Automobili invadono le strade, vicoli cedono il posto ai boulevard e il Naviglio interno soccombe sotto le nuove coperture in pietra. Ma non tutti piegano il capo. Alla Scala Arturo Toscanini si rifiuta di eseguire gli inni al re e al duce convinto di dover suonare ben altra musica. Nei vecchi quartieri i "bravi ragazzi" della mala meneghina rispondono agli sgherri di Mussolini. E nella questura di piazza San Fedele il commissario Carlo De Vincenzi non si lascia ingannare da chi vuole depistarlo. Una donna è stata trovata cadavere davanti alla Colonna del Diavolo, vicino alla basilica di Sant'Ambrogio, e il caso rischia di compromettere alcuni membri del Partito. La successiva morte di un barcaiolo, che sta trasportando un ultimo carico di carta verso il Tombon de San Marc, prima dell'interramento del Naviglio, sembra a tutti un incidente. Ma non a De Vincenzi, e nemmeno ai malnatt della ligéra che della gran Milan conoscono l'anima e la lingua segreta. Dopo «L'ombra del campione», Luca Crovi rimette in scena un'icona del giallo italiano, il celebre poliziotto creato da Augusto De Angelis tra i Trenta e i Quaranta, componendo il canto del cigno di un mondo al tramonto, di una variopinta umanità che affrontava la vita con coraggio e sbeffeggiava il potere con una risata.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il romanzo poliziesco è solo una scusa dell'autore per raccontare la Milano del primo dopoguerra con una serie di aneddoti e storie molto interessanti.
Torna Crovi a de Vincenzi, e di nuovo si scopre la storia di Milano attraverso una narrazione popolare, assai fruibile nella cadenza di capitoli quasi autoconclusivi. Non c'è ambizione, nella scrittura di Crovi, bensì una immensa passione, per la Storia, per il Giallo, per il Genere, per Milano.
Un libro incomprensibile, senza senso
Recensioni
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