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Gli U2 a Sarajevo sono stati un grande sogno, anche se il concerto non e' stato effettivamente un granche'. Pero' solo il gesto valeva un libro e credo che questo libro racconti benissimo un gesto, che pur con tutti i suoi errori, e' stato un gesto di pace (e ne abbiamo bisogno, eccome).
Ho visto Elvis a Sarajevo. Inizia cosi questo intenso volumetto, con questa immagine visionaria che di botto ti associa improvvisamente il rock'n'roll e la storia. Due elementi apparentemente indifferenti, se si pensa all'uno confinato alla giocosa atemporalita' del mito, l'altro al talvolta crudo susseguirsi dei fatti reali o alla mera quotidianita'. Ma U2 a Sarajevo travalica fin dall'inizio l'opinione comune per cui non c'e' piu' tempo per il rock'n'roll quando l'alito della guerra comincia a soffiare ed entra in merito alla questione, in modo empirico, analizzando un fatto, si, proprio quello del titolo: il concerto degli U2 nello Stadio Kosevo a Sarajevo il 23 settembre 1997, nella citta' all'indomani della guerra. Attraverso il percorso che ha portato laggiu' proprio una delle piu' famose rock'n'roll band del mondo, il libro offre una disamina che dal particolare al generale induce a pensare ancora una volta alla musica come veicolo di pace, ora piuttosto lontanamente dall'utopia dei Sixties per quanto l'accostamento dell'importanza di alcuni grandi eventi rock sia naturale verso una concretezza che innesta a pieno titolo la portata sociale del fenomeno musicale sui fronti caldi dell'attualita'. E all'approdo del PopMart Tour, ad assistere alla band irlandese in concerto, tutte le etnie che paradossalmente fino ad allora erano state coinvolte nel conflitto balcanico. Intorno le coordinate politiche, sociali, musicali, ma soprattutto umane, che hanno fatto si che un'altra volta l'arte, in una delle sue forme piu'democratiche, annullasse tutte le differenze generate dalla guerra, scavalcando a Sarajevo come in ogni dove vi sia speranza di liberta', quelle barriere che spesso nemmeno la diplomazia internazionale riesce ad abbattere.
Solo qualche appunto in considerazione agli U2 a Sarajevo (bel libro, complimenti). La sorpresa che ha suscitato e le speranze risvegliate di normalita'. Si, grandi, gli U2. E ottimo argomento per delle riflessioni. La guerra adesso ci sta tutta attorno, che ci vuole a beccarsela?
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