In che modo si riproducono nei film giallo-thriller italiani conflitti e pulsioni presenti nelle stratificazioni sociali? Cosa comporta la loro visione nella realtà concreta di un periodo storico decisivo per il nostro Paese che va dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Ottanta? Quali vettori valoriali della platea sociale alla cui fruizione sono destinati vengono evidenziati o mascherati? Se il cinema di genere italiano in questi ultimi anni è stato oggetto di approfondite letture ideologiche — si pensi al western italiano o al cosiddetto “poliziottesco” — il giallo-thriller, al contrario, pur mostrando un indice di elevata rilevanza produttiva e popolare, non ha condotto ad altrettante interpretazioni del suo sotto-testo socio-politico. La scommessa implicita nel presente lavoro è colmare almeno in parte tale lacuna, ricorrendo a un doppio approccio, sociologico e storico, per far affiorare il profondo contenuto simbolico racchiuso in pellicole giudicate, spesso a torto, minori.)
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