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La prima parola che mi viene in mente è coraggio. 122 pagine, 25 racconti intimi e veloci, inframezzati da poesie dello stesso autore, Bernardino Mattioli, bolognese di Casalecchio, origini sudiste, sentimentale massimo. Coraggio perché Benna (così lo chiamano) si mostra al pubblico completamente nudo, indifeso, ed entra nella stanza del lettore in punta di piedi, con un atteggiamento di estrema discrezione. Di Mattioli colpisce la struttura delle frasi: l’autore fa sfoggio di uno stile tutto suo, contorto eppur lineare, cerebrale eppure insanguinato, mai ridondante. I contenuti dei racconti sono quelli apparentemente banali del vivere quotidiano, quelli da cui i più sensibili tra noi carpiscono insegnamenti e filosofie di vita. Si narra di notti bolognesi, di puttane, di passanti che sfrecciano, vecchi rassegnati, microtraumi, partite di pallone, la merenda dei bambini. Benna spicca per delicatezza in un mondo intriso d’invadenza. Viaggia al riparo da tentazioni modaiole che vogliono farci sembrare acidi e cattivi. Quasi sadici. Posseduti dal secco cinismo della guerra eterna. Ci riporta ad una dimensione antica, non prevista dalle moderne sequenze settimanali, che quasi avevamo scordato. I ritmi sono dilatati, come un pensiero che nasce e muore nel buio del soggiorno, fuori piove, noi sdraiati sul divano, un cantante omosessuale e alcolizzato nelle orecchie. Le emozioni che ci descrive non sono filtrate, ma appaiono limpide e cristalline nella loro umana piccolezza, ineccepibili. Poi le donne, certamente. Parlare d’amore è sempre molto complicato e soggettivo ma l’autore riesce nello scopo, soprattutto con …Ma una donna può amare anche un’immagine, un minuto, e se capiti in quel minuto non devi credere di essere tu il soggetto celebrato. Lo aspettiamo alla prossima prova, con addosso magari le mutande, e un paio di jeans, al riparo dal freddo. Ti abbiamo conosciuto nudo, ti guardiamo con rispetto, adesso vestiti e narraci altre storie.
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