L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 6,00 €
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
I primi racconti sembrano “perfetti”: per il meccanismo narrativo ad orologeria, il linguaggio chirurgico, l’assoluta impersonalità. Ma poi ci si accorge che i casi inventati o ispirati alla realtà della guerra di Secessione sono quasi tutti grotteschi e feroci, accanitamente feroci: non basta a spiegarlo una volontà di denuncia degli orrori bellici, né la denuncia della stupidità di certi ordini o di certi ufficiali. C’è un’evoluzione graduale, nella ferocia della rappresentazione, pagina dopo pagina: si comincia con una sottile, talvolta esplicita critica alla guerra, al “magnetismo del coraggio e della devozione”. Ma pian piano sembra emergere una sorta di accanimento contro i personaggi, chiamati a risolvere problemi morali irrisolvibili, calati in contesti implacabilmente distruttivi ma animati da un umanissimo istinto di autoconservazione: il cecchino bloccato contro la bocca del suo fucile carico; il capitano costretto a bombardare la casa dove sono sua moglie e i suoi figli; i mostruosi mutilati che si ritirano strisciando tutti insieme e il bambino che li guida come un condottiero entusiasta fino alle rovine di casa sua, dove scopre il cadavere di sua madre; l’amico commilitone ritrovato morente e mutilato in mezzo a una mandria di maiali, e i vani tentativi di dargli il colpo di grazia… Un “umorista nero”, “maestro del grottesco”, “affine a Poe”. Ma in Poe quasi sempre c’è partecipazione emotiva, c’è un “io” narrante che cerca di esprimere orrore, odio, ossessione e di coinvolgervi il lettore; qui l’analisi psicologica del protagonista, che pure è costante, è condotta con freddezza, spietatezza, accanimento. Forse i quattro anni come volontario in una guerra sanguinosissima (con un grave ferimento), a partire dai 18 anni, avevano sviluppato in Bierce una visione del mondo drammatica ma sprezzante, una sensibilità per tutto ciò che era crudele ed estremo, lucidamente folle come la guerra e come la vita, sensibilità stimolata dalle esigenze del giornalismo.
Anche se preferisco di questo particolarissimo autore i suoi racconti dell'orrore e dell'assurdo, diverse storie di guerra a carattere fantastico presenti in questa raccolta, li ritengo grandi classici del genere. Racconti di sicuro impatto emotivo come "I fatti accaduti presso il ponte di Owl creek" (consiglio la visione in rete di un vecchio cortometraggio in bianco e nero ispirato a questa short story), e lo struggente Chikamauga, altri classici come "Uno dei dispersi", "Il colpo di grazia" e "Avvenne alla gola di Coulter", sono tra i racconti più antologizzati, anche in Italia. Altre storie, meno conosciute, ma altrettanto valide come: "Un'identità ritrovata", Un certo tipo di ufficiale", "Un'aspra battaglia" e la nera ironia di "Parker Adderson, filosofo". Autentico pioniere di un certo tipo di fantastico macabro, grottesco e sarcastico, punto di riferimento per tutti quegli autori successivi a Bierce, che si contraddistinsero per affilatissima ironia, gusto per la polemica, amaro sarcasmo e stile immediato e scarno, di tipo quasi giornalistico.
A. Bierce è uno scrittore importantissimo della letteratura Statunitense, quasi del tutto ignorato dall'editoria Italiana. Se si vuole avere una idea approfondita della sua opera dobbiamo rivolgerci ai fumetti!!!! Questa raccolta (unica)completa manca della prima parte (introvabile) che , per me è la più interessante. Voto medio non all'autore, ma alla scarsa attenzione per la sua opera.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ambrose Bierce (1842-1914) è un autore capitale della letteratura americana tra Otto e Novecento; Fanucci mette ora opportunamente ordine in una produzione basata soprattutto su racconti brevi e brevissimi spesso destinati originariamente alle pagine dei giornali. Nel 2005 sono usciti I racconti dell'orrore (trad. dall'inglese di Sara Brambilla postfaz. di Ugo Rubeo pp. 395 € 17) ora i Racconti di guerra in attesa di entrare nella dimensione dell'assurdo dove si trovano alcuni dei suoi risultati maggiori (ad esempio nel micidiale Il club dei parenticidi).
Nella prima selezione spicca una trama unica ossessivo leitmotiv: quella dell'invasione di uno spazio da parte di minacciose presenze in titoli programmatici come Lo straniero o Testimone di un'impiccagione. D'altra parte basta un giocattolo di pezza a forma di serpente che fa capolino sotto il letto di una stanza sontuosa a fare scattare la tragedia in un racconto celebre L'uomo e il serpente appunto destinato anche a un brillante adattamento televisivo.
La reputazione di queste opere è stata spesso collegata a un uso sistematico del cinismo a un generale rifiuto di accettazione degli obblighi della socialità dissolti nell'acido di un'osservazione spietata. Le opere belliche sfatano questa leggenda e allo stesso tempo la fondano; Bierce si era infatti arruolato nel 9º volontari dell'Indiana lavorando in primo luogo come ingegnere topografico ma combatté in numerose battaglie fino al ferimento alla testa a Kennesaw Mountain. La guerra è l'evento fondamentale della sua vita un teatro del delirio e della demenza che contagia ogni percezione; come in quello che resta forse il capolavoro dello scrittore: Chikamauga. In quelle scarne pagine che fanno parere Carver in preda a un eccesso di verbosità un bambino sordomuto vive un assurdo sogno di gloria. Seguendo il suo retaggio di dominio si mette alla testa di una colonna di feriti sfregiati squartati che si trovano a seguire nei loro movimenti impacciati questo capo paradossale. Alla fine dell'itinerario l'istinto guerriero si scontra con la presa di coscienza del disastro: la visione della casa in fiamme che blocca ogni movimento nella fissità di un frame tragico.
Quello che interessa a Bierce magistrale in questa dimensione è far saltare la retorica di comunicazioni vacue svuotare di senso le belle parole della propaganda raccontando l'esistenza di coloro che con una formula icastica nel Colpo di grazia definisce come umili e antieroici prometei. Mostra quindi la debolezza di un corpo che sembra eterno e che invece svela una sorprendente tendenza a disfarsi a decomporsi a mutare drasticamente di forma e sostanza. Le pagine belliche sono in primo luogo proprio questo: il diario della trasformazione di esseri che credono nella saldezza dell'esistere e che sempre troppo presto si trasformano in cadaveri-clown in impiccati che sognano la libertà romanzesca di una fuga a nuoto in ruderi dell'umanità difficilmente riconoscibili anche da se stessi come nel tremendo Un'identità ritrovata che ruota intorno a un'amnesia superata molti anni dopo la fine della guerra. Il sarcasmo è senz'altro la nota dominante dello scrittore ma non è mai disgiunto dalla pìetas da uno sguardo che annulla ogni differenza tra esseri umani riducendoli a macchine biologiche mentre il tempo posa sopra la sua mano distruttrice.
Bierce scelse un destino conseguente alla sua opera: morì nella confusione del Messico rivoluzionario e non a caso il suo itinerario biografico ha suscitato numerosi contributi mitografici come nel romanzo Old Gringo di Carlos Fuentes (1985) con il personaggio poi incarnato sullo schermo da Gregory Peck nello squinternato film omonimo. Forse l'omaggio più sentito e conseguente è però quello proposto nel prequel dello scatenato From dusk till dawn di Rodriguez dove lo scrittore vampiro riottoso e sarcastico continua ad andare avanti e indietro sul confine messicano sigillando adeguatamente l'immagine di un destino nomade.
Luca Scarlini
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore