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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Cercavo un libro non troppo impegnativo e lungo per conoscere lo scrittore Georgi Gospodinov, e mi sono deciso di iniziare proprio da questo: Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi (Voland, 2020) che raccoglie centotré storie brevi che l’autore ha scritto nel corso degli anni. Mi è piaciuto e non poco, sopratutto per l’originalità e sono pienamente d’accordo con l’autore quando dice che: «nella letteratura odierna esiste una gerarchia affermata, secondo la quale al di sopra di tutto sta il romanzo e il resto, racconti, poesia, saggi, esiste piuttosto grazie alla benevolenza degli editori e del mercato. Cosa rimane per i racconti molto brevi, frammenti e quasi-aforismi? Da essi non escono bestseller, blockbuster, sono troppo brevi. I loro corpicini di formiche non possono gareggiare con l’elefante del romanzo. Ma a me questa proprietà eversiva delle storie brevi, questa facoltà di sgattaiolare fuori sottraendosi al giogo del romanzo, piace molto. Particolarmente oggi, in un’epoca di gravosa epicità...».
Una serie di brevi e fulminanti riflessioni, aforismi, frammenti di vita colti con ironia e profondità al tempo stesso, attenzione al dettaglio, un filo di elegante malinconia, scrittura fuori dal tempo. Difficile da riassumere, ma da leggere e rileggere per scoprire ogni volta nuove sfumature. Gospodinov a mio avviso è uno dei pochi scrittori contemporanei degni di questo nome.
Un elogio del frammento, dell'epigrafe, dell'aforisma della short short story, l'essenza del pensiero, dell'immaginazione, dell'interiorità di un eccellente aurore come Gospodinov, concentrata nei languidi territori letterari del breve e del brevissimo. In poche righe, un mondo psichico, una malinconia struggente ma costruttiva, i ricordi che si perdono fra ciò che hai vissuto, ciò che hai immaginato e quello che hai letto, lo spirito dilaniato del popolo bulgaro o dell'est Europa, straziato e oppresso dalla storia stessa, nella sua dannata evoluzione nello scorrere dei secoli. Frasi, periodi e parole, languide e musicali come foglie fatte da ali di farfalle agonizzanti, una lettura non basta per cogliere lo spirito di questo libro, e tu stai fermo alla finestra mentre guardi fuori, osservi, discendi dentro gli anfratti oscuri di te stesso, la ragione urla come sempre, vuole il predominio su ciò che sei davvero, ma la malinconia del profondo si insinua nelle rare crepe della tua ombra e salgono in superficie, allora puoi intuire, non razionalizzare, ma questo deve bastarti e se chiudi gli occhi allora puoi intravedere...cosa sei...
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La brevità non è di certo estranea alla produzione di Georgi Gospodinov, l’autore bulgaro forse più talentuoso e raffinato di questi tempi. Nei libri precedenti emerge già la propensione per questo stile e anche in Fisica della malinconia, il suo romanzo più famoso, lo scrittore propone una narrazione fatta di frammenti e associazioni. In Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi è lo stesso autore che, nella nota posta alla fine del volume, confidandosi con i lettori, scrive che considera questo libro il suo esordio ufficiale nel genere del racconto breve e critica la gerarchia affermata della letteratura, che vede il romanzo al di sopra di tutto, con pochissimo spazio riservato alle altre forme espressive.
Questi centotré racconti brevissimi sono stati raccolti dallo scrittore nell’arco di diversi anni, appuntati su quaderni e taccuini in attesa di essere rivisti e pubblicati, mentre proseguiva il lavoro su altre opere ritenute “più importanti”. Sono ricordi, aneddoti, eventi storici o fantastici, storie spesso malinconiche: la malinconia, la t?gà bulgara, parente per molti aspetti delle altre declinazioni europee dello stesso sentimento, è una delle costanti della produzione dello scrittore.
Il primo racconto, Autobiografie scelte, racchiude l’elemento probabilmente più caratteristico della poetica di Gospodinov, ovvero la fusione tra vita e letteratura, un intreccio questo, così indissolubile che diventa impossibile distinguere tra ciò che è stato realmente vissuto e ciò che è stato letto (e in ogni caso, non c’è alcuna differenza tra le due esperienze).
"Mi rendo conto, probabilmente come tanti prima di me, che tra i miei ricordi personali ce ne sono molti scaturiti dai libri. La lettura produce ricordi. Da tempo non ricordo e mi rifiuto di indagare su quali provengano dalla lettura e quali no."
(Autobiografie scelte)
A volte le narrazioni strappano un sorriso, risultano sorprendenti per l’originalità dei contenuti e la naturalezza con cui vengono esposti. Tempo e spazio sono sospesi, come accade nel racconto che dà il nome alla raccolta, in cui un uomo, dopo aver subito un’operazione chirurgica, vede al suo capezzale quattro persone di età diversa, che non sono altro che i suoi stessi corpi nelle varie fasi della vita. La lettura risulta scorrevole; leggere queste storie, per riprendere un’immagine dello stesso autore, è come tuffarsi in acqua trattenendo il respiro per uno o due minuti per poi tornare (un po’ a malincuore) in superficie, subito pronti a immergersi di nuovo.
Recensione di Maria Lucia Boi
Si ringrazia il Master Professione Editoria dell'Università Cattolica di Milano
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