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dato il prezzo di 26 euro, non mi aspettavo che questo libro fosse scritto generalmente male, ripetitivo in molte parti fino ad essere ridondante e contraddittorio in altre. il libro è diviso in due parti: le prime 100 pagine circa contengono un'analisi "big picture" dell'economia del turismo mederno; le restanti 100 pagine circa vogliono essere un manuale/disciplinare per la realizzazione di un prodotto turistico esperienziale secondo i canoni del modello Artes Storyliving Experience. La prima parte sembra discostarsi dalla realtà e fare un discorso idealista del tipo "dovrebbe essere così", non tenendo presente una serie di fattori reali, quali il potere d'acquisto e l'incertezza del consumatore (che nel libro viene definito consumAttore). Il turismo moderno è in realtà in mano alle OTA, che trattano a 360 gradi ogni sua componente: vitto, alloggio, attività, mezzo di trasporto. Viene fatto un tentativo, già a partire dal 2010, di creare prodotti più genuini contrapposti al turismo selvaggio e di massa. L'oggetto del libro è proprio la realizzazione di questi prodotti, detti "esperienziali", ma nella economia contemporanea che vede impoverirsi la classe media e nascere una classe bassospendente piatta e mordi e fuggi, i prodotti più venduti rimangono quelli economici e fai-da-te, quali pullman sul cratere del Vesuvio e Pompei. Tour fatti di solo storitelling e non dal decantato storyliving di Maurizio Testa. La seconda parte è un manuale, anzi le istruzioni per aderire a un disciplinare, analogo a quello della Pizzeria Verace Napoletana, secondo il quale fai un prodotto secondo questi paletti e loro, a fronte di una quota di iscrizione, ti accettano come membro dell'associazione. Il testo risulta una grossa mistificazione di un qualcosa di in realtà molto semplice, ossia la realizzazione di un prodotto turistico.
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