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E' Il cupo racconto di violenza fisica, abusi sessuali e psicologici perpetrati ai danni di un giovane allievo (Basini) di un collegio militare dell'Impero Austro-Ungarico da parte di alcuni coetanei. La vicenda vede protagonisti degli adolescenti alle prese con le prime confuse pulsioni sessuali della pubertà in un ambiente isolato. Dal racconto è possibile estrapolare alcuni elementi che permettono di inquadrare anche il clima storico particolare di quegli anni che sono caratterizzati da un crescente spirito di ribellione verso le vecchie generazioni ottocentesche e dalla sete di nuove esperienze in ogni campo della vita. Per esempio, Musil caratterizza il personaggio del bullo Beineberg in modo ben preciso: il padre è dedito alla lettura di testi di "filosofia indiana", "libri di alchimia e di magia del Medioevo" e lo stesso adolescente crede nella metempsicosi, nell'ipnosi ed è ossessionato da pratiche occultiste. Il primo '900, sino alla seconda metà degli anni '20, è quello delle avanguardie, del rifiuto dei vecchi valori borghesi e sarà la "Grande guerra" a far crollare definitivamente il vecchio mondo rendendo le nuove generazioni rancorose verso i padri e desiderose di spazzare via il passato aprendosi alle novità che si affacciavano in ogni campo. Così, tra le pagine del Torless, è possibile già scorgere quegli elementi di rottura che vedremo più avanti anche "l'Impresa di Fiume": spiega infatti Musil, per bocca di Torless, come "Un certo grado di dissolutezza in realtà fosse ritenuto segno di virilità. di audacia, un'ardita riappropriazione di piaceri negati. [...] Allora la parola "morale", con la sua aura ammonitoria, veniva ridicolmente associata a spalle strette, ventri prominenti su sottili gambette e occhi che, dietro le lenti, sembravano pascolare mansuete pecorelle, quasi che la vita non fosse altro che un campo fiorito di edificante serietà". Musil non è un autore che prediligo: probabilmente è troppo intelligente perché io possa apprezzarlo.
edizione molto curata con testo a fronte. L'ampia introduzione di Fabrizio Cambi e le note sono fondamentali per contestualizzare un'opera breve, ma molto densa. Consiglio senz'altro la lettura, vi si trovano passaggi a dir poco fulminanti
romanzo di formazione, torless è un giovane introverso che scoprirà l'amicizia e l'amore.il finale è dolce-amaro.la scrittura bellissima ma pesante, pur avendo meno di 200pagine si fa fatica ad arrivare alla fine.
Recensioni
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A testimoniare l'interesse che ancora oggi suscita il primo romanzo di Robert Musil, scritto tra il 1902 e il 1905, apparso nel 1906, è questa nuova, bella traduzione con testo a fronte e note esplicative di Fabrizio Cambi. Nel titolo del suo saggio introduttivo, Sintassi delle sensazioni e costruzione dell'io, Cambi richiama il contesto culturale all'interno del quale si muove il giovane Musil: il pensiero di Nietzsche e di Maeterlinck, il sensismo e l'empiriocriticismo di Mach, il nascente indirizzo della psicologia della Gestalt. Dalla lettura combinata di Nietzsche e Maeterlinck Musil attinge la visione del "pensiero vivo" come fluido accadere interiore non ancora imbrigliato nella rigida disciplina del concetto e della parola e, con esso, l'apertura alla dimensione del "possibile". Da Mach l'autore mutua la concezione di un io e di un mondo irrelati, "che rispondono a rapporti funzionali e non di causa ed effetto" e che dunque sfuggono alla descrizione univoca. Infine, nella Gestalt Musil riconosce una conciliazione tra l'immagine di una realtà in continuo mutamento e la possibilità di indagarla a partire dalle forme provvisorie che la costituiscono. In particolare, essa dispone di quei "nuovi mezzi di indagine psicologica" in grado di aprire la via a "una nuova rappresentazione della psiche e della vita". Come Cambi mette in evidenza attraverso una lettura incrociata dei testi musiliani, narrativi e saggistici, si tratta di fonti che determinano, pur in un'ottica tutta personale, la complessiva produzione dell'autore e che permettono di individuare nel Törleß la fucina di "motivi e prospettive" che saranno successivamente sviluppati nell'Uomo senza qualità. La tematica adolescenziale del Törleß, costruita su un "soggetto psicologico" "nella fase magmatica dell'irruzione della pubertà", è funzionale per Musil alla rappresentazione di quelle dinamiche del pensiero e della percezione che rispondono a una "vitalità emotiva sgusciante e non governabile dal linguaggio". È questo il senso della "seconda vista" di Törleß, del tentativo di travalicare il procedere logico e razionale dell'intelletto per scoperchiare la regione del sentimento e dell'irrazionale, di cui la matematica, disciplina al contempo rigorosa e audace, può fornire una chiave di lettura. Dare spazio alla gamma delle possibilità interiori significa per Musil anche confrontarsi, sulla scorta di Nietzsche, con il lato oscuro dell'esistenza: è questo il significato della vicenda che ruota intorno alla sottomissione fisica e morale di un allievo del collegio a opera di due compagni che lo hanno sorpreso a rubare e che, sotto la minaccia di una denuncia, lo costringono a masochistici rapporti omoerotici, nei quali finisce per essere coinvolto anche il protagonista. Il senso dell'opera è quello di un Bildungsroman: apprendista "ricettivo e vibratile della vita", Törleß è un "allievo" dell'esistenza, come Cambi segnala fin dal titolo traducendo il termine Zögling. Un allievo in cui si cela, non a caso, "un possibile futuro scrittore", secondo una concezione dell'arte come ricerca, indagine della realtà e dei suoi possibili scenari.
Daniela Nelva
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