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Trieste, le assicurazioni, l'Europa. Arnoldo Frigessi di Rattalma e la Ras - Anna Millo - copertina
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Trieste, le assicurazioni, l'Europa. Arnoldo Frigessi di Rattalma e la Ras - Anna Millo - copertina
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Descrizione


Nel 1838 era stata fondata a Trieste la Riunione Adriatica di Sicurtà, la grande compagnia assicurativa che, aveva ormai raggiunto dimensioni internazionali alla vigilia della prima guerra mondiale. Essa era nata come espressione di un'imprenditoria locale cresciuta nel corso dell'Ottocento insieme al porto delle cui fortune commerciali era stata l'artefice. Una volta dissoltasi l'Austria-Ungheria, l'eredità di questa cultura economica di impronta cosmopolita e liberista si può ritrovare nella figura di Arnoldo Frigessi di Rattalma (Trieste 1881-1950), che della Ras sarà la guida direttiva per quasi tutta la prima metà del Novecento. Egli si rivelerà capace di assicurare alla Ras una nuova stagione di sviluppo sui mercati mondiali.
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Dettagli

2004
3 febbraio 2005
272 p.
9788846452900

Voce della critica

Dal 1917 al 1950 Arnoldo Frigessi di Rattalma fu a capo della Riunione Adriatica di Sicurtà, la compagnia di assicurazioni fondata a Trieste per volontà della composita imprenditoria locale nel 1838, che in quell'arco di tempo consolidò la propria posizione sui mercati dell'Europa centrorientale confermando una sicura vocazione multinazionale, malgrado il dilagante nazionalismo economico degli anni tra le due guerre e la successiva divisione in due blocchi politicamente separati di quel mondo della Mitteleuropa che ne aveva costituito il naturale mercato di insediamento, al pari delle Assicurazioni Generali. La figura di Arnoldo Frigessi appare indissolubilmente legata alle sorti della Ras, marcandone la spiccata attitudine ad adattarsi alle radicali trasformazioni esterne alla compagine aziendale, nonché alla crescente instabilità e incertezza seguita alla grande guerra. Nella comunità internazionale degli assicuratori Arnoldo Frigessi acquisì un patrimonio intangibile di capitale umano e risorse relazionali che ne guidarono la carriera ai vertici di una tra le maggiori compagnie europee di assicurazioni, segnandone il convinto internazionalismo anche negli anni di chiusura e affermazione di politiche protezionistiche e autarchiche.

Una ricchissima messe di documenti, raccolti in molteplici archivi pubblici e privati in Italia e all'estero (Washington), a iniziare dalle carte di famiglia, ha sorretto la ricostruzione della vita di due generazioni di assicuratori triestini - Adolfo e Arnoldo Frigessi - portata a termine, con mano felice, da Anna Millo. Con questo libro l'autrice si sofferma d'altra parte sulla stessa borghesia triestina nella prima metà del Novecento, ossia negli anni delle grandi trasformazioni e di ridisegno della posizione politica, e quindi anche economica, del porto franco giuliano, nel difficile passaggio dall'Impero all'Italia. La nascita e la formazione triestina di Arnoldo Frigessi, cui in verità è principalmente dedicato il volume, sono precedute dall'ascesa professionale e sociale del padre Adolfo, tra l'Ungheria, l'Austria e l'area giuliana di fine Ottocento. Adolfo Frigessi, nato nel 1843 con il nome di Abraham Friedberg nel piccolo villaggio ungherese di Ráczalmás, a una quarantina di chilometri dalla capitale Budapest, è a pieno diritto il primo protagonista di una ascesa familiare che mosse dall'emancipazione dischiusasi nel 1867 agli ebrei dell'Impero attraverso lÆAusgleich con l'Austria. L'emancipazione degli israeliti riconosciuta ai tempi della rivoluzione liberale del 1849, soppressa al ritorno del domino austriaco, venne ripristinata facendo degli ebrei ungheresi soggetti di pieno diritto del nuovo regno magiaro. Figlio di un cantore, Moses Friedberg, alla fine degli studi commerciali Adolfo adottò il cognome magiaro Frigyessy, verosimilmente per conseguire un più facile inserimento nella società ungherese, secondo le diffuse tendenze all'integrazione e alla laicizzazione della popolazione israelita che parteciperà alla costruzione della moderna Ungheria asburgica in una misura superiore rispetto a qualsiasi altra area europea.

Con la nuova identità magiara Adolfo poté divenire un dirigente di spicco della Riunione a Vienna e Trieste, e nel 1876 sarà cooptato nella dirigenza della Ras in ragione delle competenze tecniche maturate con una carriera all'esterno della compagnia. In particolare, l'ingresso nella Riunione dipendeva dalle conoscenze e dalle esperienze nel campo della riassicurazione, un patrimonio immateriale rilevante per la scarsità della risorsa tecnica di cui la compagnia triestina aveva necessità per la ridotta redditività del capitale in una fase in cui i rischi crescevano. Nel 1878 Adolfo Frigessi sposò Giulia, una figlia del veneziano Arnoldo Pavia, il più alto dirigente della compagnia in Italia. Le competenze tecniche furono del resto il requisito e la risorsa principale nei percorsi di carriera dei dirigenti di quella fortunata stagione della Riunione e i matrimoni vennero a rafforzare la coesione di un gruppo dirigente facilitato nelle proprie strategie di sviluppo dalle reti di relazione personale che una minoranza come quella israelitica poteva valorizzare in termini di cooperazione e solidarietà, malgrado la compiuta secolarizzazione di Adolfo. L'arrivo nel porto adriatico segnò così una rapida integrazione, come accadde a molte altre famiglie ebraiche triestine, e l'adesione ai valori liberali e positivisti propri della borghesia internazionale e cosmopolita della città.

Dal matrimonio di Adolfo e Giulia nacque nel 1881 Arnoldo. Accomunata dallo status sociale e non differenziata su base etnico-religiosa, la borghesia ebraica triestina, cui i Frigessi appartenevano, frequentò scuole comuni, si aprì alla nuova sociabilità dei circoli culturali e dei club sportivi, curando la conoscenza delle lingue quale precondizione della futura partecipazione alla comunità spiccatamente cosmopolita delle banche e delle assicurazioni. Arnoldo, dopo il ginnasio tedesco della città, proseguì così gli studi alla facoltà di legge dell'Università di Vienna, avviando contemporaneamente il suo addestramento sul campo nelle discipline assicurative negli uffici della Riunione, sotto la guida del padre e di altri dirigenti, un addestramento naturaliter completato da frequenti e lunghi soggiorni nelle province dell'Impero e in Germania secondo i dettami del viaggio di istruzione previsto nella formazione dell'uomo d'affari. Convinto assertore del liberismo inteso quale fondamento della cultura economica delle cosmopolite élites degli affari triestine, Arnoldo si sottrasse ai ripiegamenti protezionistici e nazionalistici, anche nella consapevolezza che la divisione dei rischi nello spazio - la riassicurazione - non poteva fare a meno di uno spazio economico aperto e libero. Dopo la prima guerra mondiale Arnoldo e lo zio Giovanni Pavia, cui era spettato il compito di tutelare in Italia la compagnia durante il conflitto, ricevettero la direzione della Riunione come amministratori delegati. Il ramo italiano della famiglia Frigessi divenne così una risorsa fondamentale per Arnoldo e per la stessa Ras, all'indomani della guerra, allorché la Riunione - al pari delle Assicurazioni Generali - passò, con Trieste, dall'Impero all'Italia, vale a dire a un'altra sovranità nazionale e a un altro regime giuridico-regolativo delle attività assicurative.

La frammentazione dello spazio economico e politico dell'Europa dei primi anni venti produsse effetti sulla gestione delle due grandi compagnie assicuratrici triestine. La riorganizzazione della Riunione avviata nei primi anni da Frigessi si imperniò sulla ripartizione delle aree di attività per direzioni territoriali nelle maggiori capitali e città europee (da Vienna a Costantinopoli, da Praga a Budapest, da Varsavia ad Atene, da Sofia a Milano, a Bruxelles, a Madrid) e su quattro uffici di riassicurazione (Berlino, Vienna, Parigi e Londra). La strategia delle alleanze definita da Frigessi, anzitutto quella con il Credito Italiano, fu concepita al fine di rafforzare il processo di radicamento della Riunione in Italia, inserendola in solide coalizioni e in sicuri sistemi di alleanza che ne tutelassero gli interessi verso i poteri pubblici. Meno semplice sarà per Frigessi venire a patti con la successiva politica razziale, inaugurata dal fascismo nel 1938. Per il direttore generale Frigessi, estromesso dalla presidenza nel 1938, sarà difficile preservare l'autonomia e i mercati della Ras, durante gli anni della guerra, dalla aggressiva politica delle compagnie tedesche. La permanenza di Frigessi alla direzione generale della Ras, malgrado le molte limitazioni poste ai suoi movimenti e poteri, gli valse alla fine della guerra l'accusa di collaborazionismo da parte degli Alleati, poi, come ha scritto l'autrice, "dimostratasi inconsistente". Frigessi, in quegli anni, di fronte alle contestazioni, affermò le sue ragioni richiamandosi alla necessità di difendere la compagnia e di tutelarne l'autonomia e il patrimonio materiale e organizzativo.

Giunti al termine, si può sostenere che il volume offre non solo un contributo importante alla comprensione di un'élite economica di frontiera, ma anche un apporto alla conoscenza della storia delle assicurazioni tra la fine dell'Ottocento e la metà dello scorso secolo, in un'originale tessitura della trama delle vicende personali con le dinamiche di una grande compagnia.

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