Alla base di questo lavoro c'è il desiderio di contribuire a una maggiore conoscenza in Italia della poesia catalana d’oggi e l’amore per il «piccolo», per il «poco noto», per gli autori che scrivono nelle cosiddette lingue periferiche. Il catalano, lingua dell’area mediterranea, come l’italiano, il sardo o il provenzale, si caratterizza per la sua grande fedeltà alla lingua latina, non tanto, logicamente, come l’italiano e i suoi dialetti, ma sicuramente molto più di altre lingue romanze. Attualmente il catalano si parla in quattro diversi territori che corrispondono ad altrettanti stati: lo stato spagnolo (Catalogna, Valencia, Baleari), il francese (Dipartimento dei Pirenei Orientali-antico Rossiglione), Andorra (dove è la lingua ufficiale) e l’Italia (nella città di Alghero), con una popolazione di oltre nove milioni di abitanti e una superficie di circa 58.000 chilometri quadrati. Come l’italiano, il catalano ha una grande varietà di dialetti, con una ricca gamma di varianti linguistiche. L’arco cronologico si apre con la pubblicazione di Vida diària (1963) di Montserrat Abelló nata nel 1918 e si conclude con l’uscita nel 2013 di El terra i el cel di Eduard Escoffet nato nel 1979. Una cornice temporale di oltre sessant’anni se si tiene conto della data di nascita dei due poeti e di cinquanta se si considera la data di comparsa del primo e del secondo libro, all’interno della quale si colloca la produzione letteraria dei poeti considerati, tutti, compresi i più giovani, in possesso di premi importanti e con un’opera che gode del consenso del pubblico e della critica. In queste pagine il lettore troverà accanto ai poeti più giovani nomi che si sono conquistati la fama e che sono conosciuti e apprezzati anche a livello internazionale.
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