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Anno edizione: 2013
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E' UNA LETTURA CHE MI RILASSA !!!!!!!
sono un'affezionata di Andrea Vitali e trovo questo libro molto dolce e tenero, forse mi ricorda la mia infanzia . Certo non ha nulla di simile agli altri, ma credo che l'autore abbia voluto renderci partecipi attraverso i suoi ricordi di una vita contadina ricca d'insegnamenti.
Ho preso a noleggio in biblioteca questo racconto breve ( perchè non si può chiamarlo romanzo) dopo aver preso, sempre in prestito, "Regalo di Nozze". Entrambi potevano esser accorpati in un solo libro, al prezzo di uno dei due, mentre le avide logiche editoriali han pensato altro. Che poi non ci si lamenti se non si comprano libri ma a prezzi cosi alti ci senti presi in giro. concludo: banale ricettacolo allunga... minestra
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“La minestra è la biada dell’uomo”. Come un’eterna e infallibile massima le tre zie di campagna erano solite pronunciare questa frase ogni qual volta Andrea bambino provava a rifiutare quel piatto poco succulento. Ingurgitare il brodo però era assolutamente necessario per crescere con un corpo di sana e robusta costituzione e avere una mente solida: le proprietà benefiche e ristoratrici delle ministre, sciorinate fino allo sfinimento, non lasciavano scampo al bambino. D’altra parte le tre zie Cristina, Paola e Colomba amministravano l’infantile albergo con una precisione e una diligenza tali che conferivano loro un’autorità indiscutibile e le rendeva del tutto simili a dei ministri. A Cristina era stato affidato il Ministero degli Interni, con il compito di provvedere al governo della casa e all’acquisto delle derrate alimentari; a Colomba, ministra dell’Agricoltura, spettava invece la cura dell’orto; mentre Paola, che si occupava delle pubbliche relazioni presso un opificio locale ed era direttore artistico della piccola compagnia teatrale del paese, era ministra degli Esteri. Sebbene preposte ciascuna a un’attività diversa e indipendente, le zie avevano però sempre espresso -unanimi - il loro inappellabile giudizio sulla minestra, al punto che, nella mente di Andrea, i due termini avevano finito per identificarsi e le tre ministre erano diventate presto le tre minestre.
Ecco svelato il calembour contenuto nel titolo del nuovo libro di Andrea Vitali, un racconto scritto a mo’ di romanzo in cui, a partire da questo simpatico episodio, l’autore ripercorre le tappe della sua infanzia.
Che la vita adulta porti con sé i segni indelebili della fanciullezza è innegabile, ciascuno di noi custodisce dei ricordi, delle immagini che si scolpiscono nella memoria e vi restano ad aeternum. Se poi - come spesso accade nei bambini - si è dotati di una spiccata fantasia è facile che certe raffigurazioni finiscano per imporsi fino a trovare spazio - magari complice il mestiere di scrittore - fra le pagine di un libro. Nel caso di Andrea Vitali è stato così: la ministra, le tre zie zitelle e la campagna comasca si sono sedimentate e hanno dato vita a un romanzo.
Nelle pagine di questo libro scorrono veloci le immagini della periferia adiacente alle sponde del lago di Como, di quell’Italia degli anni Sessanta popolata da uomini e donne che, memori delle ristrettezze della Guerra, lottavano ancora per uscire dalla crisi. Un racconto intenso e delicato dove l’affetto e la nostalgia per gli anni sereni dell’infanzia passano attraverso la descrizione delle tradizioni familiari o l’uso del dialetto, le ricette delle zie e i rimedi naturali, a dire l’intimità e la semplicità di un’esistenza fatta di sacrifici e di fatiche e tuttavia dignitosa e autentica. È la letteratura dei luoghi vissuti quella di Vitali, la storia di un passato che non esiste più ma che resta vivo nel ricordo e fa da motore per la scrittura, innescando implacabile il confronto con un presente che per certi versi (vedi la povertà di ritorno) lo ricorda identico, ma i cui valori si sono irrimediabilmente persi.
Le tre minestre è un atto d’amore, un tributo affettivo che l’autore ha voluto rendere alla propria terra e alla propria famiglia, un’autobiografia romanzata costruita per immagini da cui trapela il desiderio, o meglio la speranza, che quelle istantanee possano almeno rivivere nella memoria. Qualora poi il lettore fosse curioso e volesse far riaffiorare i sapori della tradizione locale potrà attingere al dettagliato ricettario riportato in fondo al libro che spiega per filo e per segno come realizzare i piatti tipici - dai primi ai secondi fino ai dolci - della cucina delle “Tre Minestre”.
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