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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2011
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Robert Spaemann (Berlino 1927) è ritenuto il più autorevole filosofo cattolico tedesco contemporaneo. In questo volumetto pubblicato dalla casa editrice torinese Lindau sono presentate tre conferenze che l'autore tenne al campus americano dell'Università Lateranense di Roma nel 2010, riguardanti argomenti di particolare interesse per la riflessione etica contemporanea: l'amore, la dignità umana, la morte cerebrale. In una prospettiva radicata nella tradizione cristiana, e saldamente fondata sull'autorità delle Scritture, Spaemann sottolinea l'irriducibile e insostituibile importanza dell'individuo, della persona (di qualsiasi persona!), sempre inserita in un rapporto essenziale con l'alterità ("Essere una persona significa occupare un posto nella comunità universale, trans-temporale delle persone"). Nel primo saggio, contestando la pessimistica affermazione di Hume secondo cui "non avanziamo mai neppure di un passo oltre noi stessi", Spaemann distingue diversi tipi di amore (coniugale, parentale, patriottico, di amicizia...) e i suoi rapporti con l'innocenza e la fedeltà, con l'istinto e la gelosia, per concludere che "l'amore dà all'amato la possibilità di essere una persona e di esserlo in un modo unico, non intercambiabile". Il secondo intervento è una vibrante difesa della dignità intesa come dimensione ontologica della preziosità dell'uomo, della sua sacralità: "ognuno conta" (e molto interessanti sono le riflessioni su "la dignità del Crocefisso anche in una situazione di oggettiva indegnità"). Il terzo capitolo è forse il più polemico e militante, in quanto concerne il dibattuto argomento della morte cerebrale, che l'autore considera dalla sua prospettiva di credente: "per ogni organismo vivente vale il fatto che è vivo fintantoché possiede un'unità interna", contestando quindi l'affermazione che la morte del cervello coincida con la morte dell'essere umano: "in dubio pro vita".
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