Cm. 20,5, pp. xxxii, 279 (1). Antiporta incisa su rame, un ritratto dell'Alberti inciso da J. Magnini entro ovale e 38 tavole calcografiche f.t., di cui una, l'ultima, ripiegata. Capilettera ornati incisi su rame. Un paio di timbri privati stranieri. Esemplare genuino e marginoso, in barbe. Prima edizione di questo importante trattato di stereometria applicata all'architettura, volto ad esporre i metodi per misurare e stimare le quantità e di costi dei materiali per i più diversi spazi e strutture, tra cui i più complessi esempi di volte e di cupole degli edifici del tempo. L'opera, per la sua chiarezza e semplicità, anche grazie alle belle tavole incise in rame, ebbe notevole successo e fu un testo di riferimento per diverse generazioni di ingegneri, rimanendo sempre attuale grazie anche alle ristampe di Perugia (1790) e di Firenze (1822). Numerosi i riferimenti ad architetti e teorici dell'architettura come Sangallo, Jousse, Blondel, Parent, La Hire e Varignon. L'opera contiene un'appendice \del modo di misurare le capacità delle Vasche, Legnaj, Fenili [sic], Grani, ec. Ed in fine alcune Memorie levate dalla Storia della Reale Accademia di Parigi, e tradotte dal Francese attinenti alla misura delle Volte, ad estinguere gl'incendj, misurare le Botti, ed altri simili aderenti alle Fabbriche\". L'Alberti (Bologna, 1712-Perugia, 1768) fu ingegnere civile a Bagnacavallo, autore di numerosi scritti di ingegneria e matematica e ideatore di strumenti topografici, tra cui la dioptra monicometrica, precorritrice di strumenti di celerimensura ideati in seguito. Riccardi, I, 1, 16-17: \"Può collocarsi fra i migliori trattati di stereometria e voltimetria fino a quei giorni pubblicati\". Cicognara, 389. Morazzoni, p. 212. Re, Bibl. Georgica, 74. Poggendorff, I, 23. Fantuzzi, Notizie d. scritt. bolognesi, I, p. 144 e IX, p. 17. De Tipaldo, VIII, p. 80 e 389. Manca a Fowler, Berlin Katalog, e Olschki, Choix."
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