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scheda di Pomponio, N.F., L'Indice 1994, n.11
Pubblicato in francese all'Aja nel 1719 da un ancora non ben identificato allievo di Spinoza, questo testo è la fusione (come egregiamente documentato dalla curatrice) di brani hobbesiani e spinoziani a cui si affiancano riflessioni tratte da Celso, Vanini e da vari autori libertini. Se la tesi sostenuta, secondo cui Mosè, Gesù e Maometto erano spinti solo da ragioni politiche (l'asservimento dei popoli) e agivano sfruttando la paura e l'ignoranza umana, è talmente riduttiva da apparire banale fin dai tempi di Hegel, l'effetto che essa ebbe allora fu dirompente. Teologicamente l'affermazione, seccamente illuminista, dell'"inganno dei preti" posto a fondamento delle religioni, rappresentò il punto di partenza dell'opera di Reimarus, situandosi così all'origine del tentativo moderno di scrivere una biografia di Gesù. Filosoficamente il Trattato pone in modo radicale un problema che, ripreso da Lessing, dominerà la riflessione sulla religione fino ad oggi, vale a dire la questione del rapporto tra verità razionali e verità di fede (qui risolto con la semplice soppressione di queste ultime). Merita infine che un concetto sul quale il "Trattato" si fonda sia segnalato: la libertà di pensiero presuppone la libera interpretazione razionale (non compulsata n‚ dallo Stato n‚ dal Papa di Roma n‚ dal Papa di carta n‚ dalla Sinagoga) delle Scritture. Ciò conferisce all'opera il valore di un prezioso documento della storia dell'ateismo, della blasfemia e di quel processo di scristianizzazione che all'origine della modernità si presenta qui esemplare nelle possibilità e nei limiti di cui è portatore.
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