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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Un racconto crudo ma allo stesso tempo struggente.
"Tramonto di un cuore" è una breve e amara novella datata 1927, che racconta la fine di un’esistenza coincidente con la morte del sentire, con l’indifferenza usata come arma di protezione e di difesa. Il vecchio ebreo Salomonsohn, ricco e agiato borghese austriaco, sacrificato al lavoro, si concede una vacanza in Italia con la sua famiglia. A Gardone, una notte, in albergo, sente dei rumori e vede la figlia rientrare nella sua stanza congedandosi da un furtivo incontro d’amore. Qualcosa in lui si spezza e l’intera sua esistenza si rivela: si rende conto, dilaniato dai calcoli biliari, che la figlia è cresciuta, che la moglie gli è divenuta estranea, che è stato incapace di vivere le gioie della vita. La sofferenza è tale che l’unico modo per conviverci è estraniarsi ancora di più e dalla famiglia e dalla vita. Il ritiro è subitaneo, immediato, doloroso e straniante. La famiglia si adatta anche a questo mutamento, e, solo quando gli eventi precipitano, accorre al capezzale per trovare però l’estremo barlume di astio e di incomprensione. Pur essendo una lettura veloce e che contribuire a migliorare la conoscenza dell’autore e le tematiche da lui affrontate nella produzione novellistica, mi lascia piuttosto indifferente, come un bozzetto dimenticato.
Amo Zweig. Devo però ammettere che questo volume mi è piaciuto un po' meno rispetto al resto della trilogia, "Sovvertimento dei sensi" e "Ventiquattro ore nella vita di una sconosciuta". L'ho trovato un po' meno introspettivo.
Recensioni
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