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Eccellente libro che per la prima volta in Occidente utilizza le fonti archivistiche russe per descrivere in modo completo e avvincente il ruolo fondamentale della Russia e dell'esercito russo nella sconfitta di Napoleone. Viene descritta in dettaglio sia la campagna di Russia sia le successive campagne del 1813-1814. Vengono fornite una enorme serie di notizie nuove e poco conosciute nella storiografia europea tradizionale. L'autore descrive con equilibrio e obiettività la guerra e il ruolo dei vari protagonisti, analizzando, oltre alle campagne militari, anche i dettagli diplomatici, la logistica, le esperienze dei soldati. Unico clamoroso difetto dell'edizione italiana di questo libro è il titolo che è assolutamente fuorviante, visto che la storia è narrata dal punto di vista della Russia. L'edizione originale infatti è intitolata "Russia againt Napoleon". Libro consigliatissimo.
Il libro è volto a decantare la genialità della strategia bellica contro Napoleone utilizzata dallo Zar Alessandro I e dai suoi generali. In realtà, secondo lo storico Bontempelli, la decisione di ritirarsi all'interno della Russia facendo terra bruciata e rifiutando il combattimento fu imposta dal panico di fronte alla grandiosità dell'esercito messo in campo da Napoleone: ben seicentomila uomini. Peccato che un'armata così numerosa sia difficilissimo da nutrire e, per giunta, per raggiungere un numero così elevato di uomini si era dovuto ricorrere a contingenti di popoli sottomessi, che disertavano alla prima occasione. Napoleone, a Sant'Elena, disse di essere stato sconfitto dal "generale Inverno", ma, nella realtà, già il 14 settembre 1812, quando le sue truppe entrarono a Mosca, erano già state più che dimezzate dalla fame e dalle diserzioni.
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