È stato per puro caso che Iris DeMent ha aperto il libro di poesia russa alla pagina di Anna Achmatova "Like a White Stone" seduta sul suo sgabello del pianoforte. Non aveva mai sentito parlare della poeta prima, e non si ha mai considerato se stessa un appassionata di poesia, ma un amico le aveva prestato l'antologia e sembrava solo educato farsi un’idea dei contenuti per avere qualcosa di interessante da dire quando l’avrebbe restituita. Mentre leggeva, però, una sensazione curiosa si era impossessata di lei.«Non mi sentivo come se fossi più sola», ricorda DeMent. «Mi sentivo come se qualcuno stesse camminando nella stanza e mi dicesse: Metti le poesie in musica». E così ha fatto. Le melodie le uscirono fuori spontaneamente e quasi istantaneamente. Voltò pagina e successe ancora, e poi ancora, e prima ancora di avere tutto chiaro, lei era già in profondità nella scrittura quello che sarebbe diventato 'The Trackless Woods’, un album che mette in musica la poesia di Achmatova per la prima volta.L'album si apre con "To My Poems", una breve invocazione in quattro versi registrata semplicemente con solo voce e pianoforte con la DeMent che canta: "You Led Me into the Trackless Woods, / My Falling Stars, My Dark Endeavor. / You Were Bitterness, Lies, a Bill of Goods. / You Weren’t a Consolation ‐ ever."L'abbinamento rigido di pianoforte e voce costituisce il cuore e l'anima di tutti i 18 brani dell'album, che sono stati registrati dal vivo nel salotto della DeMent sotto la guida del produttore Richard Bennett e con una piccola band di supporto che va alla deriva dentro e fuori degli arrangiamenti. La musica è saldamente radicata nel Sud degli Stati Uniti, con melodie senza tempo che potrebbe essere facilmente scambiate per gli incipit di inni a lungo dimenticati o per classiche melodie country. "From an Airplane" rotola via con un'atmosfera Honky Tonk, mentre "Not with Deserters" è punteggiata da una slide guitar triste e da armonie ricche, e "All Is Sold" affascina con i suoi flussi e riflussi di una pedal steel lussureggiante. Che la DeMent riesca a far suonare il lavoro di una poetessa russa del XX secolo come una Domenica mattina in una piantagione di cotone è un attestato della sua versatilità e della sua profondità come artista.
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