L’essenza della musica di “Touchin’ on Trane” si trova ben oltre i concetti base di note, ritmi ed armonie. Perché a Charles Gayle, un musicista americano che suona ai più alti livelli, molto critico nei confronti del proprio paese, nessuna compagnia discografica americana ha offerto la possibilità di registrare e perché le sue apparizioni pubbliche negli Stati Uniti sono limitate quasi esclusivamente alle strade di New York ed a qualche occasionale lunedì sera alla Knitting Factory? Cosa sta succedendo in America, paese che si è sempre fregiato di essere luogo di libertà e delle infine possibilità, che oggi proprio la musica più libera e liberata non ha praticamente più possibilità di espressione? La risposta sta negli atteggiamenti culturali razzisti del potere e nel fatto che la musica che suonano artisti come Charles Gayle, William Parker e Rashid Ali, è una musica fortemente autodeterminata, ossia ciò che il potere americano, bianco e coloniale, maggiormente teme. Si tratta, infatti, di musica che, oltre ad intrattenere, aumenta la coscienza dell’ascoltare e questo gli conferisce una forza che spaventa. “Touchin’ on Trane”, nuovamente disponibile su cd dopo alcuni anni, è uno storico album che propone cinque originali firmati dai tre musicisti che, nella fase compositiva si sono fatti ispirare da Duke Ellington, il primo compositore a riconoscere che gli interpreti sono prima di tutto degli esseri umani. Per questo motivo le composizioni del grande pianista americano tengono sempre conto dei punti di forza e di debolezza di ciascun musicista e in questo senso può essere considerato il primo vero compositore democratico della storia. In “Touchin’ on Trane”, Gayle (sax tenore), Parker (contrabbasso) ed Ali (batteria) si esibiscono in un contesto che è il naturale sviluppo dell’idea di Ellington in cui ogni musicista è libero di esprimere il suo sé in modo spontaneo, ma sempre tenendo conto delle esigenze estetiche delle composizioni. In questo modo ciascun contributo si mescola a quello degli altri, dando vita ad un insieme unitario e armonioso, ossia a quell’unità spirituale che è la musica.
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