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(...) Léo ?Grasset, ventottenne inventore del canale Youtu?be Dirty Biology, (…) in una raccolta di brevi saggi pensati nel solco di Stephen J. Gould, smonta pezzo per pezzo il mito dell’ottimalità della natura. (…) C’è filosofia nella savana. L’evoluzione è un “ribollire creativo” in cui le funzioni si sovrappongono: le strisce delle zebre servono per mimetizzarsi, per scacciare i tafani, per disperdere calore o per una combinazione di questi vantaggi? (…) La scrittura da youtuber di Grasset è lontanissima da quella di Gould, i saggi risentono molto della loro origine in un blog e i casi che sceglie sono quasi tutti già arcinoti, fatta eccezione per i racconti sulla coevoluzione tra le specie ominine e la fauna africana. In molte parti la miscellanea di curiosità dalla savana non ha un filo conduttore, ma ogni saggio è corredato da utili bibliografie e l’effetto complessivo è comunque gradevole, soprattutto quando elenca gli spassosi errori etologici contenuti nei film d’animazione di maggior successo che hanno come protagonisti gli animali della savana. Del resto, le stranezze delle strategie di sopravvivenza sono tali e tante (…) che è rischioso tentare teorizzazioni automatiche quando ti trovi nel mezzo della savana. Gli scambi di tratti tra maschi e femmine illustrano bene questo principio. I maschi umani hanno i capezzoli, che non servono a niente, essendo un residuo del processo di sviluppo (…). Le iene femmine fanno l’inverso, esibendo un finto pene che simula in tutto e per tutto quello maschile: forse è un eccesso ormonale andato troppo per le lunghe o l’effetto di una selezione competitiva tra le femmine. Tutta diversa è la storia delle corna (tipicamente maschili) possedute anche da bufale, mucche e altri bovidi di grandi dimensioni: in questo caso un tratto maschile è stato trattenuto dalle femmine per funzioni di difesa dai predatori. Ecco allora che l’utile e l’inutile si mescolano nell’evoluzione. Un tratto inutile (i capezzoli maschili) si conserva per correlazione genetica e viene tollerato in quanto non costoso, oppure viene riutilizzato per svolgere una nuova funzione (le corna femminili come difesa). Osservando i tratti vestigiali e le tante inerzie evolutive, Darwin aveva commentato che la natura gronda di inutilità, ulteriore riprova che il disegno intelligente non esiste. Nessun progettista intelligente, infatti, avrebbe mai concepito l’esistenza di alcuni mammiferi di grossa taglia particolarmente idioti e sleali, appartenenti alla specie auto-nominatasi Homo sapiens (nata nella savana duecento millenni fa), che ancora nel XXI secolo organizzano battute di “caccia sportiva” al leone per il solo gusto di farsi fotografare con il felino sotto i piedi. Va benissimo anche il rap naturalistico di Grasset per ricordarcelo.
Recensione di Telmo Pievani
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