L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Usciva nel 1975, si intitolava Tempo di tango e lo firmava Meri Franco Lao. Sottotitolo: La storia, lo sfondo sociale, i testi, i personaggi, la fortuna e il revival . Era un volume dalla copertina di cartoncino plastificato, color rosso acceso, con una coppia di ballerini nel mezzo. All'interno, tante illustrazioni sistemate in modo accattivante: ci aveva messo mano Umberto Eco nel montarle in bell'ordine. Ma Tempo di tango non era soltanto un libro oggetto, da prendere in mano e da sfogliare lasciando scorrere lo sguardo sulle sue pagine. Tra una fotografia e un bozzetto, si metteva in chiaro che il tango era solo in superficie - molto in superficie - un ballo un po' grottesco o una serie di canzoni con un testo improbabile. Dal discorso svolto nei vari capitoli, emergevano, semmai, una particolare sensibilità, un modo di guardare il mondo e di viverlo, uno stato d'animo definito con un neologismo: tanghitudine. Qualcosa che, se non era una vera e propria filosofia, comunque vi assomigliava.
Quanto al genere musicale in sé, ne veniva tracciata la storia, a partire dagli ultimi due decenni dell'Ottocento, sullo sfondo di Buenos Aires e di Montevideo, fra navi che arrivavano dall'Europa cariche di emigranti. Se ne esplorava l'etimologia: forse da tambor , lo strumento immancabile della musica nera, forse da Shangò, la divinità dell'etnia yoruba, ma il tutto in un pezzo d'America australe, dove gli schiavi negri stavano ormai scomparendo. Si passava poi attraverso l'esportazione del tango a Parigi e il suo ritorno in Argentina, nobilitato dai successi all'estero. Fino a un certo musicista, all'epoca ancora poco noto in Europa, che si chiamava Astor Piazzolla e che, in Tempo di tango , veniva già preso in seria considerazione. Comunque, è opportuno ricordare che, nel passato della sua autrice, questo volume non è rimasto come unica testimonianza di un preciso interesse. Nel 1986, c'è stato anche Voglia di tango , a cui hanno fatto seguito numerosi articoli e, meno presente in libreria per problemi di distribuzione, T come tango. Un invito a muoversi al di là degli stereotipi .
A quasi trent'anni dall'uscita del suo primo intervento, Meri Lao - a cognome ridotto - fa ritorno con un nuovo libro sullo stesso tema, che questa volta è, inevitabilmente, la cronaca di una lunga convivenza. L'intento viene dichiarato alle battute iniziali: "Ho compiuto un'operazione tango, tornando ai libri lasciati e dialogando con loro, per sconfessarli o riscattarli". Operazione tango perché il genere predica il ritorno ai tempi andati, agli amori che rimangono nel cuore, ai luoghi prediletti del passato. Adesso, però, qui non è il tempo dei recuperi narcisistici e degli sguardi compiaciuti. Meri Lao è lontana dal ripetersi. Più giusto dire che recupera, corregge, ridefinisce.
Infatti, in questa che è soprattutto un'operazione critica, c'è posto anche per le rettifiche rispetto a quanto scritto in precedenza. Il francese Charles Romuald Gardes e l'uruguayano Carlos Gardel non sono la stessa persona. Pio X non ha mai scomunicato il tango e chi lo ballasse. Eccetera eccetera eccetera. Ma adesso, al di là delle rettifiche, è soprattutto il tempo di una più completa capacità di dare sintesi e di mettere in rilievo. Sempre nelle prime pagine di Todo tango , si legge: "Il tango va consumato esattamente nell'interludio tra la mancanza e la pienezza, essendo una forma di sopravvivenza, una maniera di riconoscersi e rappresentarsi, di esorcizzare la nostalgia, l'abbandono, il senso di estraneità. Una delle condizioni più stralunate e poetiche della cultura latinoamericana, della cultura dell'esilio in genere, della cultura pronta a nuove ibridazioni e acclimatazioni, che si è addentrata ormai in chissà quali sobborghi dell'anima". Frasi che sanno sintetizzare con efficacia, dando esatta misura di cosa sia Todo tango e di come la lunga convivenza si sia rivelata proficua.
Se non in Italia, soprattutto in Argentina esiste una vasta bibliografia sull'argomento. Rispetto a tali indagini e ricostruzioni, Meri Lao ha le sue idee e le presenta con sicurezza, talvolta coincidendo e talaltra dissentendo. È il caso, per esempio, della partecipazione delle donne nel delimitare i confini del fenomeno. Le quali avrebbero sempre cantato il tango, anche quando si vorrebbe che, nei decenni iniziali, gli interpreti fossero solo uomini. E il loro ruolo non si sarebbe esaurito nel cantare, perché una Eloisa d'Herbil de Silva e una Rosita Melo sono intervenute anche in veste di compositrici. Ma Meri Lao mette pure in dubbio la diffusione esclusivamente postribolare - o quanto meno circoscritta ai bassifondi - dei primi tanghi. "Nessun tango di quelli che, per dirla borgianamente, 'costeggiano la nostra vita' - precisa - è stato creato negli ambienti del sesso mercenario. I ritratti del bullo con vocazione di prosseneta risalgono soprattutto agli anni Venti e si fermano agli anni Trenta. Peraltro, sono stati superati. Valgono solo per turisti".
Nata a Milano, ma in gioventù vissuta a lungo in Uruguay, Meri Lao non è solo l'autrice di Tempo di tango , Todo tango e altri libri sul tango. Musicologa esperta qual è, ha al suo attivo diversi titoli importanti, purtroppo oggi non più disponibili. D'obbligo citare almeno Basta! Storia rivoluzionaria dell'America Latina attraverso la canzone o Musica strega , quest'ultimo sulla musica delle donne. Sembra però che il meglio di sé Meri Lao l'abbia riversato proprio nello studio del tango. Al punto che, tempo addietro, Astor Piazzolla dichiarava: "In Europa c'è un vero fervore per la nostra musica, soprattutto in Italia e in Francia. In Italia c'è Meri Lao, e conosce la materia come molti di noi neppure se lo sognano, per giunta con la competenza di una pianista classica". Quanto a Umberto Eco, le sue parole non sono state meno elogiative: "Meri Lao ha dedicato una vita al tango. Forse una vita non basta, ma è certamente chi ci ha sempre raccontato meglio questa magnifica vicenda".
Leggere Todo tango significa anche ripercorrere più di un secolo di storia argentina, confrontandosi con i decenni del peronismo e con quelli dell'esilio, con le madri della Plaza de Mayo e col vuoto messianismo di Carlos Menem, con Gardel e con Borges. Come un viaggio che si avventura fra luoghi di cui si è già sentito parlare, ma che, affrontati secondo la prospettiva del tango, si illuminano di nuova luce. Il tutto senza escludere la lettura di oltre duecento testi in lingua originale con esemplare traduzione a fronte. Un vero e proprio canzoniere, dove c'è posto per titoli più e meno famosi, da A media luz a Como abrazao a un rencor , da Malena a Nunca tuvo novio , da Caminito a Ventanita de arrabal . Dispiace una sola cosa. Che questa volta la casa editrice - la stessa che aveva pubblicato Tempo di tango - abbia giocato al risparmio, pubblicando il libro in una collana economica, senza particolare spicco quanto a illustrazioni e a impaginazione. Da questo punto di vista, Todo tango e Meri Lao meritavano sicuramente molto di più.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore