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«In tutta la mia carriera di critico sono stato ossessionato dalla figura dello Straniero, dell'Outsider, dell'Altro. Mi sono concentrato, per così dire, sui miti del Negro, dell'Ebreo e dell'Indiano. Più di recente però mi sono reso conto che per tutti noi che possiamo pensarci come "normali" esiste un Altro irriducibile. Si tratta, ovviamente, del Mostro. Quelle creature anomale sono state per tanto tempo messe in mostra nelle fiere e nei circhi, e hanno strappato brividi di disgusto o di piacere a un ampio pubblico, ben più ampio di quello che prova le stesse reazioni di fronte alla lettura di Moby Dick o di Luce d'agosto». Un geniale iconoclasta fa i conti con l'idea di normalità e (di conseguenza) del politically correct. Al centro della sua appassionata ricerca sono ancora una volta i miti che ci aiutano ad affrontare i misteri irriducibili dell'Amore e della Morte, del Sé e dell'Altro da Sé. Ma anche la pericolosa tendenza odierna a disconoscere la paura dell'Altro, del Mostro, del Diverso, di tutto quello che in verità ci spaventa proprio perché rappresenta quella parte di mostruoso che è in noi. Fiedler, lungi dal negarlo, il mostruoso se lo va a pescare nella letteratura e negli scenari più diversi della cultura contemporanea, attingendo col suo approccio interdisciplinare al sostrato mitico del sociale.Nascono così le incursioni di un letterato nella bioetica. Ed è di Eros e «vecchi sporcaccioni», di medici, infermiere e trapianti, di rinascita di Dio e morte dell'Uomo, di pedofilia che questo libro ci parla con l'inconfondibile spirito corsaro del suo autore. La voce ribelle di un critico della letteratura e della cultura che, con i suoi saggi-cult sui mostri e sul diverso, e col suo approccio anticonvenzionale ai più canonici temi della letteratura e dell'immaginario universale, ci suggerisce modi nuovi e geniali per leggere le trame di sempre.
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