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Che ve ne sembra dell'America? È la domanda che serpeggia come un basso continuo sotto queste piccole storie di amarezza e ambizione, fatica e desiderio. Con qualche esplosione di pura comicità.
«E così si scopre che Tom Hanks è anche uno scrittore sapiente e divertente. Maledizione» – Steve Martin
«Leggere questo libro di Tom Hanks è come scoprire che Alice Munro è anche la più grande attrice del nostro tempo» – Anne Patchett
Che cos'hanno in comune un immigrato bulgaro smarrito tra le mille luci di New York, un magnate del futuro che s'innamora perdutamente di una signora in verde del 1939, una neodivorziata disillusa che prende le misure del nuovo vicino troppo interessante per essere vero, un bambino sballottato tra mamma e papà, un giovane attore in overdose promozionale? La colonna sonora delle loro storie: il ticchettio obsoleto e affascinante di una macchina da scrivere. Tom Hanks, che è un grande appassionato e collezionista di questi dinosauri della tecnologia, dedica loro diciassette racconti, tutti diversi, tutti in bilico tra passato e presente, tra realtà e illusione. Che ve ne sembra dell'America? È la domanda che serpeggia come un basso continuo sotto queste piccole storie di amarezza e ambizione, fatica e desiderio. Con qualche esplosione di pura comicità.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Gran bella sorpresa, Tom Hanks, alla tastiera. Nonostante nella maggior parte dei casi i racconti possano risultare alquanto sconclusionati, le storie mi hanno fatto viaggiare facendomi così assaggiare quello stesso spirito americano che l'autore intende trasmettere in ogni pagina. P.S. All'interno dei vari racconti si potranno cogliere diverse citazioni a film dell'attore, anche dai cinefili meno esperti.
Una piacevole sorpresa questa raccolta di racconti molto varia per genere, tono, epoca e stile. Come in tutte le raccolte, ci sono racconti che funzionano o piacciono di più, altri che lasciano un po' perplessi o non lasciano nulla, ma si tratta di un libro che regala momenti di piacevole lettura, con qualche finale consolatorio che non guasta. È anche un bello spaccato di personaggi e vite americane, alcuni sembrano proprio degli spezzoni di film.
Sembra più che altro il risultato di esercizi di scrittura in vari stili (narrativo, giornalistico, sceneggiato, ecc.) di un aspirante scrittore. Le storie sono per lo più "inutili": nella maggior parte dei casi non "finiscono" e ti lasciano con la domanda sul perché quella storia fosse da raccontare... La macchina da scrivere non c'entra praticamente mai, spesso è un dettaglio totalmente pleonastico e forzatamente introdotto. La cosa più fastidiosa è l'orgoglio americano costantemente presente, la continua citazione di marchi e prodotti americani.
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