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Uno dei protagonisti assoluti della stagione cinematografica 2007-2008 è certamente il cineasta americano Tim Burton, tornato nelle sale con la versione 3D del suo ormai classico Tim Burton's The Nightmare Before Christmas (1993) e con il musical Sweeney Todd (2008), reinvenzione cinematografica di un fortunato spettacolo di Broadway andato in scena vent'anni fa. È quindi con grande soddisfazione che accogliamo l'apparizione in libreria della traduzione della biografia critica scritta da Antoine de Baecque nel 2005 e pubblicata dai Cahiers du Cinéma.
Non c'è dubbio che, fra i nomi importanti del cinema hollywoodiano contemporaneo, quello di Tim Burton si stagli sugli altri per uno stile immediatamente riconoscibile e molto personale, uno sguardo mai uguale a se stesso che tuttavia conserva sempre un'adesione precisa a modelli culturali di riferimento e a una concezione del mondo disperata e, al tempo stesso, ironica e surreale. Appassionato di fumetti e di cartoni animati, attento fruitore del cinema di genere di serie B e, in particolare, degli horror classici della Hammer con Vincent Price, Burton sceglie sin dagli esordi una direzione precisa, ossia quella della convivenza tra elementi "pop" tutti diversi eppure sorprendentemente capaci di costruire insieme un universo denso e stratificato, ricco di significati simbolici e perfettamente in grado di riflettere sul nostro presente, senza mai apparire ridondante o autoreferenziale. In questo senso, la Gotham City dei due Batman (del 1989 e del 1992), la cittadina di provincia di Edward mani di forbice (1990), la fabbrica di cioccolato dell'omonimo film (del 2005) e la Londra gotica del recente Sweeney Todd sono, in fondo, sempre lo stesso posto: un teatro sul cui palcoscenico Burton dispiega la sua inesauribile galleria di personaggi, situazioni, temi ricorrenti e immagini contrassegnate da un talento visionario di assoluta unicità.
Tim Burton, peraltro, a dispetto della sua apparente estraneità rispetto al mondo reale, è in realtà un grandissimo conoscitore della macchina cinematografica hollywoodiana, che riesce a utilizzare soddisfacendo, da una parte, i desideri dei produttori e conservando, dall'altra, la propria integrità artistica e fedeltà al progetto.
Tutto questo, e molto altro ancora, emerge dalle pagine di de Baecque, uno dei massimi critici cinematografici francesi, che ha scelto per il suo libro un impianto di estrema leggibilità senza rinunciare però all'approfondimento estetico. I capitoli, che si susseguono in ordine cronologico seguendo il percorso di Burton dall'adolescenza fino a La sposa cadavere (2005), mescolano dati biografici e analisi testuali lasciando in molte occasioni la parola al regista e ai suoi più stretti collaboratori, tra cui naturalmente l'attore Johnny Depp, protagonista di molti dei suoi lungometraggi. L'ottima traduzione di Silvia Mondino permette oggi al lettore italiano di approfondire l'opera di Burton come mai prima era accaduto. Stefano Boni
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