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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2017
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Comprato per "necessità" (anch'io ho avuto inatteso un bimbo speciale) e perché consigliato devo dire che è stata una lettura fondamentale per guardare in modo diverso al mio destino. Grazie.
Acquistato per una serie di circostanze fortuite. È un libro che ha sconvolto la mia idea di "essere" padre. Da leggere.
Mi è piaciuto tanto questo libro, perché tratta di un tema delicato e complesso senza scadere in tragedia né patetismo, e perché rappresenta un percorso, pagina dopo pagina, la trasformazione di un uomo, e questa idea di rinascita viene resa benissimo: quando sua moglie deve partorire a 32 settimane Dario viene prima travolto da sentimenti di vergogna, rabbia verso il mondo ma soprattutto verso quel bambino che gli ha portato via il suo Francesco, il suo bambino perfetto che sarebbe diventato ricercatore all’università, un giorno; pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, mentre suo figlio vive nell’astronave all’interno dell’acquario (così chiama la TIP, terapia intensiva neonatale) dove ogni bimbo lotta tra la vita e la morte… Dario rinasce. Comprende che quella vita è speciale, e che lui non può più fare a meno di quel figlio che all’inizio non vorrebbe nemmeno chiamare Francesco, il nome (del figlio perfetto) scelto con sua moglie. Ogni capitolo affronta ciò che un padre deve affrontare in momenti come questo: dirlo alla famiglia, agli amici, ma prima di tutto a sua moglie che si è svegliata dopo giorni difficili, e che non sa nulla. Sarà bello per Dario conoscere persone umane, i medici, e non solo dottori che ti guardano con quell’aria di pena e compassione. E capirà, alla fine, che non può più fare a meno di quel figlio “mi piace amarti, bambino mio, chi l’avrebbe mai detto all’inizio?”
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