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Anno edizione: 2018
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È compito dello storico analizzare le categorie che ci impediscono di comprendere fenomeni sociali, schiacciando sull’attualità nozioni agitate e non interrogate. Tale è il destino di “terrorismo”, di cui manca una definizione in termini neutri e descrittivi, proprio perché si tratta di un giudizio morale, uno stigma affibbiato per condannare e non per conoscere. Per decenni Mazzini dovette difendersi dall’accusa di essere un terrorista, e tali erano, i partigiani nell’ottica dei criminali di guerra nazifascisti. Come leader di un’organizzazione terroristica Mandela ha scontato 27 anni di carcere, e terroristi erano stati definiti Begin e Arafat, altri due Nobel per la pace. Ne era consapevole lo stesso Begin, quando ricordava che “i nemici ci chiamavano terroristi, gli amici patrioti”. I combattenti afghani dichiarati patrioti da Reagan quando combattevano i sovietici saranno poi dichiarati terroristi. È benvenuto questo libro, che con rigore ricostruisce non solo contesti e variabili storiche, geografiche, ideologiche del terrorismo, ma anche i motivi per cui è scattata l’etichetta stigmatizzante. Una volta assunta la problematicità della nozione di terrorismo, diventa più difficile cedere alla ossessione definitoria, e si scopre che i tratti di continuità tra fenomeni giudicati “terroristici” sono così rilevanti, da relativizzare quelle che ci vengono agitate da politici e media – e da un’opinione pubblica sempre più inerme - come “novità” spiegate con ragioni religiose e valoriali, da ricondurre alla lotta tra bene e male, civiltà armoniche e disordini satanici, e in definitiva tra “noi” e “loro”. Non si tratta certo di comprendere per giustificare, anzi: contrariamente a quanto è sembrato a chi si è accostato superficialmente al libro, più severo risulta il giudizio sulla violenza se, come Benigno, si vede nei vari “terroristi” e “controterroristi” la volontà di mettere in scena lo scontro bene-male attraverso atti di violenza estrema e criminale.
a forza di destrutturare il fenonomemo studiato, l'autore ha fatto scomparire l'oggetto del suo studio...ci sono tanti terroristi ma il terrorismo non c'è più.....lo stesso gli è accaduto nel volume sulla mafia: tanti mafiosi ma nessuna mafia
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