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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2011
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Le terre di sangue del titolo corrispondono a quella porzione d'Europa dell'est che comprende Polonia,Ucraina,Bielorussia,parte degli stati baltici, dove,tra gli anni '30 ed il 1945,i regimi di Mosca e di Berlino si accanirono brutalmente contro gran parte delle popolazioni di suddetti stati,con massacri sistematici di ogni tipo. Stalin e Hitler,per un lasso di tempo alleati,si spartirono le vite e le terre delle popolazioni che occuparono. L'autore,con un'ottima prosa,descrive tutto ciò, a volte con troppa enfasi,con dettagli da grand Guignol,altre con un'ideologia filo-alleata che a tratti fa capolino.
Leggi una pagina, ne leggi un’altra e cominci a sentire una fitta dentro, come se tutto il tuo corpo si ribellasse, come se tutto il tuo essere non potesse sopportare quell’orrore che lì è stampato, che è frutto del lavoro di uno storico americano, ma che non è invenzione, è solo drammaticamente vero. Le terre di sangue sono esistite veramente, non con questo nome, perché si tratta di territori dell’Europa centro-orientale, fra cui l’Ucraina, la Bielorussia, la Polonia, gli stati baltici, dove fra il 1940 e il 1943 sono divampate le scellerate politiche sanguinarie di Hitler e di Stalin, sono le zone nelle quali questi due regimi dittatoriali hanno maggiormente sfogato la loro innata malvagità contro dissidenti, ma soprattutto contro inermi popolazioni. A questo bagno di sangue aveva dato inizio già negli anni 1932 – 1933 Stalin affamando i contadini ucraini che si opponevano alla forzata collettivizzazione dell’agricoltura; in questo caso non dovette nemmeno spendere per le munizioni, perché fra gli abitanti dell’Ucraina, privi di ogni sostegno alimentare, ci fu un numero altissimo di vittime, non esattamente quantificabili, ma che studi condotti con raziocinio fanno ascendere all’incirca a quattro milioni. In pratica morirono di inedia intere famiglie, uomini, donne e bambini, molti impazzirono e non furono rari i casi di cannibalismo. Con l’Holodomor, così gli ucraini chiamarono questo genocidio, si aprì quella mattanza che fece scomparire in quelle zone ben più di dieci milioni di persone, come per esempio gli ufficiali polacchi assassinati dai Sovietici, i corpi dei quali furono ritrovati nelle fosse di Katyn. Da quel 1932 iniziò un flusso e riflusso di sangue che accompagnava le avanzate e le ritirate di tedeschi e russi. Lo studio di Snyder è stato condotto bene, non si può non apprezzare la sua meticolosità, la sua completezza che restituiscono un senso di angoscia nel leggere degli eventi, del numero delle vittime, della ferocia di belve assetate.
Con uno studio del genere non stupisce la lucidità di analisi odierna del Prof. Snyder.
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