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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Flavio Alberto possiamo tranquillamente allargare il campo d'indagine, non è solo una questione di amare o odiare quest'opera o l'autore, ma il concetto stesso di letteratura postmoderna, chi in genere ama soltanto le trame lineari, tipo romanzo classico dell'800, o di primo '900 e detesta le sperimentazioni formali e sostanziali del moderno antiromanzo d'avanguardia, non potrà mai apprezzare autori come Volodine o pionieri come Pynchon o Barth, oppure contemporanei come Gospodinov, Cartarescu o Krasnahorkai. La destrutturazione del romanzo stesso, le digressioni, le volute dispersioni di trame non facili da seguire, gli ibridi fra saggi, raccolta di racconti, aforismi e labirintiche novelle, risultano in questo modo davvero indigeste a chi si ancora ai vecchi canoni e forme narrative del passato. Volodine sperimenta destruttura mixa sapientemente fantascienza weird storia politica racconto onirico e sciamanesimo, bè non sarà ovviamente Orwell o Becket, ma in mezzo al pattume odierno, l'autore franco russo, spicca di certo per originalità, intensità e sublime indeterminatezza, di fatto non sai mai se sta narrando di cose morte, sogni, incubi, o realtà parallele, e questo a mio avviso è oro colato, weird autentico, non horror dozzinale spacciato per narrativa weird.
Libro diverso da qualunque altro abbia mai letto. Si potrebbe tentare di etichettarlo sotto la voce "fantascienza", ma è riduttivo. C'è un'atmosfera straniante, manca una logica precisa degli avvenimenti, il racconto procede a sbalzi, non si capisce dove voglia andare a parare. Il finale è, come prevedibile, aperto. Non leggetelo se cercate uno sviluppo diegetico preciso, consequenzialità e coerenza. Da leggere come una fiaba nera. Per me bellissimo.
Psico-sciamano-fanta-storico-politica, premessa fin troppo ambiziosa. raccogliticci spunti da orwell, beckett e tarkoskyi, autori di ben altra levatura! risultato finale deludente. qualcuno ha scritto che questo romanzo si ama o si odia. opto per la seconda delle due, pur sfumando il termine da odia in annoia.
Recensioni
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È tornata la fantascienza? Sembra di sì, anche quella che mira a più alti livelli di qualità e attenzione, dal new weird esploso con la trilogia dell’Area X di VanderMeer (Stile Libero Einaudi) al “post-esotismo” di Volodine, un nuovo tipo di immaginario totale (totalitario) che ingloba le dimensioni realistica, onirica, fantastica e politica e che trova nella distopia di Terminus radioso una realizzazione affascinante. Dopo il crollo della Seconda Unione Sovietica, sconfitta dai barbari dalla testa di cane fanatici e sanguinari crociati dello sfruttamento, tre valorosi combattenti decidono di fuggire nelle zone contaminate dalle radiazioni delle centrali nucleari implose e impazzite, nella steppa brulicante di erbe mutanti dai nomi evocativi: vulpiane sterili, settentrine, gran mugghianti, erbegianni comuniste... Contemporaneamente un treno di soldati e prigionieri procede stancamente alla ricerca di un campo di lavoro, ossimorico ultimo rifugio concentrazionario di libertà dagli orrori esterni. Uno dei tre, Kronauer (un caso che sia un eteronimo dell’autore?), soldato dalla salda morale proletaria in cerca di aiuto attraversa la spaventosa taiga e giunge al
kolchoz Terminus radioso. Il cui presidente è uno sciamano discendente dai maghi bolscevichi e tornato alla vecchia cultura e alle pratiche asiatiche della magia nera. Ha raggiunto una quasi immortalità grazie alle radiazioni, padre/marito incestuoso di tre figlie/mogli domina penetrando nei sogni altrui, zombi, non-vivi-non-morti o quasi-vivi-quasi-morti, manipolandoli e punendoli capricciosamente con tormenti di centinaia o migliaia di anni. Le varie storie si incontrano e degradano ineluttabilmente verso l’estinzione della civiltà, dell’umanità, della vita forse. Il lettore non può che lasciarsi trascinare dall’eleganza della scrittura e dall’immaginazione magmatica di un indistinto “noi” narrante in un flusso di in-coscienza, onirico e ipnotico, dentro universi paralleli di magia/orrore e sogni/incubi.
Recensione di Fernando Rotondo
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