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Teoria economica. Macroeconomia
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5
1992
1 gennaio 1992
Libro universitario
648 p.
9788871044231

Voce della critica

REVENTLOW, FRANZISKA ZU, Il complesso del denaro, Adelphi, 1983

MORO, BENIAMINO, Il funzionamento di una economia monetaria, Giuffrè, 1983

GRAZIANI, AUGUSTO, Teoria economica. Macroeconomia, Esi, 1981
(recensione pubblicata per l'edizione del 1981)
recensione di Bellofiore, R., L'Indice 1986, n. 1

In un romanzo degli inizi di questo secolo, e tradotto qualche anno fa in italiano ("Franziska zu Reventlow", "Il complesso del denaro", Adelphi Milano 1983, trad. dal desco di Renata Colorni, pp. 128, Lit. ¢.000) la protagonista vive nella costante dipendenza psicologica da quell'entità astratta e potente, il denaro appunto, che solo le può permettere di condurre con tranquillità la vita e più le aggrada. Nel corso del romanzo, peraltro, la sua speranza di prendere possesso stabilmente dell'oggetto del proprio desiderio, mediante una incerta eredità, finirà con l'andare delusa, ed il lettore rimane all'oscuro di quale sarà il destino finale a lei riservato. Con le cautele necessarie in ogni analogia, si può dire che non molto dissimile appare la vicenda della teoria marginalistica più rigorosa, quella dell'equilibrio economico generale, da anni tesa senza successo ad integrare la moneta nel proprio ragionamento essenzialmente reale. Difatti, al cuore della rappresentazione del processo economico proposto da questa scuola di pensiero sta la separazione tra trattative e scambi i quali si effettuano simultaneamente una volta raggiunta la posizione di equilibrio. Ciò ha reso particolarmente intrattabile la desiderata estensione di questa impostazione ad una economia capitalistica, e quindi monetaria. Perché gli operatori dovrebbero detenere scorte di moneta, se gli scambi altro non sono che un enorme baratto? Ma anche supponendo che gli scambi si effettuino prima che sia esaurita la fase delle trattative, e immaginando eroicamente che gli agenti detengano moneta, nonostante il suo valore sia nullo alla fine del mondo, per far fronte all 'incertezza sul quando e quanto riceveranno in pagamento o spenderanno, si rimane in ogni modo all'oscuro sul come tale moneta sia stata creata ed introdotta nel processo economico (per una analisi dettagliata di questi problemi, si veda Beniamino Moro, "Il funzionamento di una economia monetaria", Giuffrè, Milano 1983, pp. 201, Lit. 12.S00).
Contro uno stato di cose non molto diverso Keynes già nel 1933 proponeva la costruzione di una "teoria monetaria della produzione, in cui "il corso degli eventi non potesse essere previsto, nel lungo come nel breve periodo, senza una conoscenza del comportamento della moneta nello stadio iniziale e in quello finale" In una vera economia monetaria le decisioni degli imprenditori sono indipendenti dal loro reddito (grazie all'accesso al credito), irreversibili determinate dalle loro aspettative, e impongono livello di occupazione e reddito reale ai lavoratori. Agli aspetti monetari della teoria di Keynes si rifanno oggi molti dei filoni più promettenti della teoria economica: dai post-keynesiani di Cambridge (divisi tra chi come Kahn e la Robinson, hanno sviluppato soprattutto la teoria dell'interesse fondata sulla preferenza per la liquidità, e chi come Kaldor, ha sviluppato una originale teoria dell'offerta endogena di moneta a post-keynesiani americani (Kregel, Davidson e Minsky quali sottolineano l'incertezza dovuta alla natura soggettiva delle decisioni in condizioni spesso uniche ed irripetibili e l'instabilità del processo capitalistico), ai teorici del circuito (i quali sottolineano la natura creditizia della moneta che nasce dal finanziamento alla produzione e svolgono una analisi sequenziale del processo economico). Una rigorosa ma chiara introduzione al pensiero di Keynes, alla macroeconomia monetaria che lo precede ai dibattiti successivi, è quella di Augusto Graziani, "Teoria economia. Macroeconomia", 3| ed. riveduta e ampliata, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli I981, pp. 619, Lit. 18.000). La rivista "Studi economici" (Angeli, Milano) contiene spesso articoli di teorie appartenenti a questi diversi, eterodossi, approcci.

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