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Una teoria di ombre è il primo volume di una saga della scrittrice Valentina Zunino. Il titolo e la copertina sono illuminanti: ci muoviamo in un mondo dove le ombre del passato e del presente agitano i personaggi e soprattutto il protagonista: Amindher, l’inquisitore/detective che ha l’incarico di scoprire l’autore di cinque omicidi. Sono state trovate morte cinque fanciulle, delle Nothyen, fra cui Isen, l’erede designata della Daira, la governatrice suprema di una marca. Il mondo creato da Valentina Zunino è uno spazio-tempo fantastico attraversato da animali-mostri e pervaso da una scienza della magia assolutamente fuori controllo. I codici-simboli viaggiano veloci in rete alzando barriere, aprendo porte, volteggiando minacciosi, scomponendosi e ricomponendosi. Le avventure ci fanno sprofondare nell’in-mondo, nell’Oltre, in mondi abitati da vivi, da morti risorti, da animali-spirito ostili, da uomini-bestia che alla bisogna ritornano uomini o viceversa. Questo universo è squassato da conflitti intestini e da lotte di potere – la vecchia casta Parshendi, emarginata e impoverita, vuole detronizzare il governo femminile che tiene le redini dell’impero. Amindher deve fare i conti con forze ostili esterne e con i nemici interni del suo subconscio. E’ un antieroe, stanco e depresso, che zoppica con l’appoggio di un bastone, turbato dal ricordo della madre morta quando era adolescente e assediato dalla nostalgia struggente per la scomparsa dell’amata Isen, una delle cinque Nothyen trovate uccise. Valentina Zunino ha ambientato il suo romanzo, che è un fantasy, un poliziesco, un romanzo gotico, in un’epoca indefinita – un’età fra il ‘700 e l’800 – in uno spazio a cui forse allude la bella copertina: un giardino giapponese zen. Sicuramente è un luogo dove il mare è molto presente, infatti il romanzo si apre con il tragico ritrovamento su una spiaggia del corpo di Isen. Provvidenziale il glossario; peccato che non sia stata inserita una cartina e un indice dei nomi
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