Nell’assetto delle discipline teologiche, la teologia biblica si situa fra l’esegesi e la teologia sistematica. Si discosta da quest’ultima non perché di natura più biblica o perché più strettamente aderente alle verità scritturali, ma perché il principio che presiede alla sua organizzazione del materiale biblico è storico piuttosto che logico. Mentre la teologia sistematica tratta la Bibbia come un insieme omogeneo, sforzandosi di esporne l’intero insegnamento in forma ordinata e sistematica, la teologia biblica utilizza il medesimo materiale in una prospettiva storica, cercando di mostrarne la crescita organica, ovvero lo sviluppo delle verità della rivelazione speciale da quella primigenia e preredentiva, fornita nell’Eden, fino alla chiusura del canone neotestamentario. «Ciò che le Scritture insegnano a Vos non può essere ridotto a pochi pensieri di facile comprensione [...] Egli vuole parlare [ai suoi lettori] di Dio. Più precisamente, desidera instillare in loro la consapevolezza che Dio è pieno di grazia e glorioso. [...] Ogni lettore sensibile e riflessivo sarà colpito dall’ascesa della mente e del linguaggio di Vos verso vette elevatissime. A chi pensa di leggere queste pagine è richiesto, anzi, è quasi comandato di trasformarsi in uno scalatore spirituale» (Sinclair B. Ferguson). «Il professor Vos è, secondo il mio parere, l’esegeta più acuto e profondo che abbia mai avuto il privilegio di conoscere. Anzi, credo che sia stato l’esegeta più incisivo che abbia adornato il mondo anglosassone in questo [ventesimo] secolo» (John Murray). )