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Porgete a Balzac l'elenco telefonico di Flobertia, mostrategli gli insipidi grumi talentuosi di tremila copisti anche affermati, fategli vedere il bottone penzolante e inservibile di un abito ormai destinato agli stracci. Dal primo ne trarrà fuori un Odissea sentimentale di impareggiabile finezza psicologica, dai secondi il prodigio della sua alchimia saprà tranquillamente esaltare i germogli più ispirati, dal terzo ricucirà ad arte la marsina più bella ed elegante che si sia mai indossata sotto i tendoni del cielo. Sempre e soltanto di parte, peggio di una puttana innamoratissima, consegno altro amore a questo Dio delle lettere, Padre e Sogno di tutto il mio percorso di lettore. Un romanzo di congiure, soffiate, tranelli e misteri nel pieno del potere Napoleonico, potere - dirà Balzac - "che intimidisce persino quando è apparente". Una storia in cui l'interesse è tutto, contrastato si dai propositi di un idealismo assoluto (la speranza cioè che Napoleone perda a Marengo), ma quello che si fa fatica a descrivere è il lento, straordinario giro che gli eventi compiono addentellandosi in un meccanismo di strepitosa orologeria narrativa il cui arrivo lascia sbalorditi. Il modo in cui innocenza e corruzione si rovesciano, si incontrano, si mescolano come in una smazzata di carte della quale nessuno comprende il trucco, custodito sempre nelle manovre del Male. La regola è questa: "l'eccezionalità dei caratteri accresce la straordinarietà delle situazioni". Ed è lì che si tocca l'impareggiabile sommità della maestria dell'autore. L'ipocrisia calma ogni clamore, e il modo in cui i ruoli si capovolgeranno è un'invenzione senza uguali. Gli animi restano mortificati sotto i loro progetti andati in fumo, ma ci sono invisibili pedine così troppo unite, così corrotte, che il corso doloso della Storia non può che favorirli. Ma a chi legge rimane dentro la gioia d'essere coi perdenti, perché la letteratura è l'elegia della vittima. Capolavoro imprescindibile, ca va sans dire.......
".....perchè negli sciocchi il vuoto somiglia alla profondità. Di qui viene forse l'ammirazione del popolo per tutto quelo che non capisce." Un piccolo giallo, un grande Balzac.
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