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Anno edizione: 2019
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« È il tempo in cui l’era della meccanica sta per far posto all’elettronica e al computer che vede Olivetti tra i pionieri mondiali. È il tempo in cui l’Italia, pur mantenendo in posti chiave molti «personaggi del peggiore passato», dà segni di rinascita e d’avanguardia come nessun paese europeo. È il tempo di un’America dall’economia al galoppo tra i Kennedy, Martin Luther King, Bob Dylan e il calcolatore IBM. Olivetti cerca un radar per conquistarla» - Alberto Sinigaglia, Tuttolibri
«Un ritratto vivo e partecipe» – La Lettura
Intervistato da Maria Pace Ottieri, Furio Colombo parte dall'esperienza olivettiana, fondamentale per la sua formazione professionale e umana, per raccontare non solo il tempo di Adriano Olivetti, ma anche il nostro. I grandi cambiamenti sociali, politici ed economici si intrecciano con una vicenda personale che è anche la rievocazione di un fenomeno unico e irripetibile della storia italiana, ancora capace di avere un ruolo di primo piano nell'attualità.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho acquistato il libro perché sono profondamente interessato alla figura di Adriano Olivetti e al suo progetto industriale, sociale e culturale. La lunga intervista a Furio Colombo che costituisce questo libro affronta però questo tema solo nella prima metà. La seconda metà del libro ospita invece un’autobiografia apologetica di Furio Colombo. Impariamo così che subito dopo l’omicidio di Martin Luther King, fu Furio Colombo a capire e dimostrare l’innocenza del presunto killerJames Earl Ray; veniamo a sapere dell’intima amicizia di Furio Colombo con personaggi come Artur Schlesinger, Henry Kissinger e i tre fratelli Kennedy e di come il presidente Carter, quando si riuniva con i suoi collaboratori più stretti, voleva che tra loro ci fosse Furio Colombo. Nell’aprile 1968 Washington fu sconvolta da una rivolta nera. Sapete come fu sedata? Fu Furio Colombo che andò a prelevare Bob Kennedy, lo portò nei quartieri neri, lo fece salire in piedi sulla sua macchina e gli spiegò cosa dire. Impariamo che Primo Levi, fino ad allora “considerato un ebreo sopravvissuto, tradotto da piccole case editrici ebraiche” divenne internazionalemente famoso solo grazie a Furio Colombo, che ne parlò a Philip Roth. E sapete a cosa deve la fama Bob Dylan? Alla circostanza che mentre si esibiva per pochi ragazzi venne ad ascoltarlo Furio Colombo, che in quattro e quattr’otto ne organizzò il lancio mondiale. Potrei continuare a lungo. Che Furio Colombo parli di se stesso in questi termini è facilmente comprensibile: sono gli scherzi dell’età. Più difficile è capire perché le prestigiose edizioni di Comunità abbiano deciso di pubblicare questa autoapologia.
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