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Batt 3787 Morello_Soyfer-Dorovin Riccardo Morello Jura Soyfer TEATRO I-II a cura di Hermann Dorowin, ed orig. 1936-1939, trad. dal tedesco di Laura Masi, pp. ??????, 2 voll., cad. 15, Morlacchi, Perugia 2011
Nel febbraio del 1939 moriva di tifo a Buchenwald, dove i nazisti lo avevano imprigionato, il ventiseienne Jura Soyfer, giovane promessa della letteratura austriaca, arrestato per la sua militanza comunista, oltre che per le origini ebraiche. Nato a Charcov, in Ucraina, nel 1912 da una ricca famiglia di industriali ebrei, giunto a Vienna all'età di otto anni, Soyfer aveva acquisito con stupefacente rapidità la lingua e la cultura della sua città di adozione, diventando autore di teatro e cabaret, poeta satirico e giornalista. "Questo ragazzo di ventisei anni è stato lo scrittore di maggior talento della sua generazione in Austria scriveva Albert Fuchs nel 1940, nulla gli mancava, né la forza tragica, né la profondità filosofica, né il senso dell'umorismo solo alcuni anni di vita". Soyfer appare una specie di novello Büchner, fortemente impegnato nelle conquiste sociali e culturali della Vienna rossa tra le due guerre e nella lotta contro l'avanzata del nazismo in Europa, una delle tante vittime dei tragici eventi successivi all'Anschluß del marzo 1938. Il suo teatro discende direttamente dalla vena satirica e comica del teatro popolare viennese che, a partire dal Settecento, con i creatori di maschere comiche Stranitzky e Kurz-Bernardon, e poi nell'Ottocento con Ferdinand Raimund e soprattutto Johann Nepomuk Nestroy, aveva creato uno stile e una tradizione vitalissima che rischiava di affievolirsi nel clima zuccheroso e sentimentale dell'operetta.
La splendida edizione curata da Hermann Dorowin, studioso attento e appassionato del teatro austriaco, profondo conoscitore dei suoi autori e del loro contesto storico culturale, si vale della traduzione di Laura Masi. Sono state raccolte e tradotte nei due volumi tutte le cinque pièce che Soyfer ci ha lasciato: La fine del mondo, Edi Lechner guarda in Paradiso, Astoria, Vineta, Melodia di Brodway 1492, tutte scritte fra il 1934 e il 1937 e rappresentate per motivi di censura in piccoli teatri underground della Vienna di quegli anni (il regime austrofascista di Schuschnigg aveva introdotto la censura, ma tollerava un'attività teatrale sorvegliata e limitata dal fatto che in platea non dovevano sedere più di 49 persone, per cui a Vienna sorsero in quegli anni numerosissimi piccoli teatri-cabaret detti appunto "dei 49"). Nella prima commedia, La fine del mondo, andata in scena nel maggio del 1935, come avviene nella tradizione della commedia popolare, gli eventi sono determinati da decisioni cosmiche: i pianeti, raffigurati con ironia come potentati, sono contrariati dal fatto che l'armonia delle sfere è stata alterata proprio dalla terra, infestata da una strana specie di parassiti detti "uomini". La seconda commedia, Edi Lechner guarda in paradiso, risale al 1936 e affronta il tema attualissimo della disoccupazione giovanile e di una generazione perduta che lotta per sopravvivere. Soyfer riprende la tipologia del Besserungsstück, la commedia moraleggiante che si proponeva di "correggere" le storture della realtà e utilizza questo contenitore della tradizione, rivitalizzandolo con ironia e contaminandolo con il cabaret satirico, per dare corpo alle inquietudini moderne. Astoria è una grottesca farsa politica che satireggia certo l'Austria dell'austrofascismo, ma anche il velleitarismo dell'Europa asservita e soggiogata di fronte al fascismo e al nazismo alla vigilia della seconda guerra mondiale, come pure certi meccanismi del capitalismo internazionale che condizionano pesantemente le esistenze individuali. R. Morello insegna letteratura tedesca all'Università di Torino
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