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Teatro - Jan Fabre - copertina
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Teatro - Jan Fabre - copertina

Dettagli

1995
1 febbraio 1996
128 p.
9788876482007

Voce della critica


scheda di Vindrola, A., L'Indice 1995, n.11

"Il mio teatro è un esercizio nella sparizione. Muore nel momento in cui prende vita". Così definisce il proprio lavoro Jan Fabre, che non è solo uomo di teatro ma artista dai poliedrici interessi espressivi: sia nella lirica, nel balletto e con performance rappresentate in Europa, negli Stati Uniti e in Australia, sia con i suoi giganteschi disegni dipinti con la Bic blu, con le sue sculture ricoperte di insetti, con le sue installazioni. Se a questo si aggiunge che è nipote dell'entomologo Jean-Henri Fabre, suo bisnonno, dal quale dichiara avere ereditato la passione per l'indagine naturale, il quadro di definizione dell'opera di Jan Fabre si fa ancora più complesso. Il volume qui presentato raccoglie cinque 'pièces' ("Lei era ed è, anche", 1975; "L'intervista che muore", 1975; "Chi darà voce al mio pensiero", 1980; "La falsificazione così com'è, non falsificata", 1992; "L'imperatore della sconfitta", 1994) che per molti versi sembrano confermare il nichilismo e l'autodisfattismo dichiarati dall'autore. Eppure sono drammi provocatori, nella forma (come lunghi monologhi, anche quando a più voci), che accetta la contaminazione di più lingue (l'inglese, il tedesco) e linguaggi (le filastrocche per bambini, le musiche dei Beatles), e nella sostanza, che, come giustamente sottolinea nella postfazione Giuliana Manganelli, è una sfida linguistica che ottiene come effetto finale una sorta di ebbrezza erotica.

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