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Una bellissima storia di umanità in un contesto storico coreano di cui non si sente molto parlare. Un percorso di cambiamento di un uomo, che nonostante le difficoltà economiche e le preoccupazioni per una figlia affidata ai vicini, fa di tutto per portare in salvo un fotoreporter tedesco affinchè egli possa consegnare al mondo la testimonianza di quanto sta accadendo nel villaggio di Gwang-ju. Un film appassionante, assolutamente da guardare.
Piccolo capolavero del cinema orientale e altra grande interpretazione del protagonista che ritroviamo anche in Parasite. Storia realmente accaduta, alla fine del film si vede una piccola intervista al vero giornalista. Buona la qualità video.
A quasi quarant’anni dalla strage di Gwangju, esce anche in italia questa pellicola, successo ai botteghini sudcoreani del 2017. Il film segue, attraverso gli occhi di un tassista di Seul (romanzando un po’ le vicende) una delle tragedie dello scorso secolo: la sopra citata strage di Gwangju. Alla regia troviamo Jang Hoon, storico collaboratore di Kim Ki Duk, alla sua quarta pellicola da regista. Tecnicamente il film è di livello, ma a rubare la scena è indubbiamente l’incredibile lavoro degli attori, in particolare del leggendario Song Kong-ho, icona del nuovo cinema coreano, ormai celebre anche qui da noi. Un’opera interessante, ben realizzata e permeata dall’interesse per il sociale, tipico di molti lavori arrivati dalla Corea in questi anni. Il film racconta con linguaggio semplice, ma mai banale, un triste evento che non va dimenticato e ci ricorda che spesso i veri eroi non son altro che persone comuni. Ottima come al solito l’edizione nata dalla collaborazione tra Tucker Films e CG entertainment.
Recensioni
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Trama
Seoul, 1980. Kim è un tassista vedovo, indebitato e con una figlia da mantenere. I tumulti che caratterizzano il clima politico di quegli anni in Corea del Sud non scalfiscono i suoi valori da uomo medio. Finché un giorno Kim non si appropria di un cliente destinato a un altro autista: un fotoreporter tedesco, disposto a spendere 100 mila won pur di essere portato a Gwang-ju, nel sud del Paese, per filmare la repressione della protesta studentesca da parte dei militari e far sapere al mondo costa sta succedendo in Corea. Il viaggio cambierà i valori di Kim per sempre.
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