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Un libro agrodolce. Un libro banalmente impegnato, dolcemente drammatico, malinconicamente allegro. Pochi giorni della vita di uno scrittore trentenne, alcolizzato, senza genitori, che lascia la casa degli zii, accompagnato da un garbatissimo maggiordomo, per recarsi prima in un decadente centro termale e poi in una aristocratica comune di artisti. Piacevole se gradite un humor vagamente british e il political correct vi garba poco.
Un libro agrodolce. Un libro banalmente impegnato, dolcemente drammatico, malinconicamente allegro. Pochi giorni della vita di uno scrittore trentenne, alcolizzato, senza genitori, che lascia la casa degli zii, accompagnato da un garbatissimo maggiordomo, per recarsi prima in un decadente centro termale e poi in una aristocratica comune di artisti. Piacevole se gradite un humor vagamente british e il political correct vi garba poco
Divertente, bello!! Questo vizio spasmodico che il protagonista ha per l'alcool lo porta a compiere azioni davvero tragicomiche!! E il saggio maggiordomo.. magari ad averne uno!
Recensioni
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Considerato negli Stati Uniti come uno dei "ragazzi" terribili della letteratura insieme a J.T. Leroy e a Mary Gaitskill, il quarantunenne Jonathan Ames ha pubblicato in Italia l'ormai introvabile Notti newyorkesi con prefazione di Fernanda Pivano (Sugarco, 1989) e, nel 2002, Io e Henry (Einaudi). Sveglia Sir! è il suo personale tributo alla migliore narrativa americana del novecento (da Fitzgerald e Hemingway fino a Sylvia Plath e Philip Roth) oltre che al grande scrittore comico britannico P.G. Wodehouse. Il valletto Jeeves dell'omonima serie inglese rivive infatti nelle pagine del corposo romanzo di Ames nei panni di un fidato "Sancho Panza", compagno e maggiordomo di un novello "Don Chisciotte", il trentenne protagonista Alain Blair. Quest'ultimo, romanziere, orfano, alcolista recidivo e neoricco, decide di mettersi in viaggio in sua compagnia non tanto per difendere deboli e raddrizzare torti, bensì per fuggire dalla noia di una soffocante quotidianità accanto all'anziano zio nel New Jersey, per cercare ispirazione, insieme ad altri artisti in una comunità cassidica. Un lungo viaggio, da Montclair a Saratoga Springs, condensato in un'unica, sincopata settimana. Un viaggio di formazione durante il quale Alain, nella migliore tradizione del Bildungsroman, si troverà costretto a fronteggiare i propri fantasmi: primo fra tutti l'alcol, ma anche l'amore, la morte, la sessualità e l'incertezza del futuro in un mondo artistico a cui non sente neppure d'appartenere. Dissacrante e a tratti canzonatorio, Ames opta per un ritmo narrativo scandito da frasi corte e veloci, tese a catturare il lato più frenetico dell'esistenza. Abile coreografo di azioni e discussioni surreali, nelle quali l'omosessualità e la sessualità in generale ricorrono in maniera quasi ossessiva, l'autore gioca con un umorismo che sembra fare il verso a Woody Allen, con conversazioni balbettanti che restituiscono nevrosi, fraintendimenti e insicurezze proprie delle nuove generazioni. Daniela Pagani
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