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"Il suono della montagna", apparso nel 1949, è considerato con "Il paese delle nevi", il maggior romanzo di Kawabata, Premio Nobel 1968 per la letteratura.
“Con la fronte corrugata e la bocca socchiusa, Ogata Shingo sembrava rincorrere qualche pensiero. O forse agli altri non dava l’impressione di uno che pensasse. Aveva un’aria quasi triste. Suo figlio Shuichi se n’era accorto, ma essendo abituato a vederlo in quel modo, non se ne preoccupò.”
Il personaggio centrale del libro è Shingo, uomo sensibile e inquieto, assorto nei sogni e nelle tristezze del passato, nei terrori e nelle premonizioni del presente. Di fronte alla decadenza inarrestabile della sua vita e della sua famiglia, Shingo si lega sempre più strettamente a Kikuko, la giovane e infelice moglie di suo figlio. I misteriosi segnali della natura, il "suono della montagna", un riccio di castagna che cade, mentre vengono scambiate le coppe di sakè rituale, sono, nella vita di Shingo, un incitamento, come se si trovasse a un punto cruciale, se fosse giunto il tempo di decidereRecensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Primo approccio a questo autore. Scrittura elegante e nostalgica per luoghi mai visitati e ambientati in un tempo lontano. Edizione splendida della Bompiani!
Con uno stile raffinato ed elegante Kawabata guida il lettore all’interno di una famiglia giapponese che cerca di andare avanti nonostante i difficili rapporti tra i vari componenti. Si nota molto la differenza culturale giapponese con l’Occidente: è il tempo, infatti, a mitigare i problemi, anziché l’intervento umano. Infatti, il protagonista cerca di non interferire nella vita dei figli, nonostante voglia essere loro d’aiuto. Preferisce osservare con rispetto e riservatezza il decorso delle problematiche famigliari, sebbene molto spesso desideri agire. L’assoluta predominanza del tempo, scandito dall’alternarsi delle stagioni (come si nota anche dai titoli dei capitoli), che non riporta l’ordine iniziale, ma ne accoglie uno nuovo, è un elemento tipico del misticismo orientale, così come il connubio tra la modernità e la natura misteriosa e onnisciente, che rimanda a una sorta di animismo arcaico.
“Il suono della montagna” è un romanzo che non esce dai confini della famiglia, e dai tesi rapporti che si instaurano all’interno di essa, mantenendo nel corso di tutta la narrazione un suo ritmo pacato e lineare, risolto in frasi brevi ma non perentorie, bensì modulate quasi seguendo la pudica circospezione con cui i personaggi esprimono i loro sentimenti. I dialoghi sembrano alludere a emozioni taciute o rimosse; le descrizioni attente, eppure mai troppo dettagliate o pedanti.
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