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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Nessun atleta è stato piú grande di lui. Nessuno ha avuto una vita piú simile a un romanzo. A cento anni dalla nascita, i trionfi, le sconfitte, gli amori, le tragedie di Fausto Coppi raccontati con la voce dei personaggi che gli sono stati vicini: dai famigliari ai fedeli gregari, dalla dama bianca all'amico-rivale Bartali.
«Vicino alla mia bicicletta passano il verdegiallo dei prati e delle rocce. E sopra, il cielo azzurro: correre è come attraversare un dipinto. I compagni vanno in cerca delle fontane di pietra per catturare l’acqua nelle borracce, poi la corsa precipita e non c’è piú tempo nemmeno per bere. Guizzano trote d’argento nei torrenti, ma tanto chi le vede. Sulla punta delle montagne la gente è un pizzo, un merletto»
A ognuno di loro Maurizio Crosetti affida un pezzo di storia, e attraverso di loro affresca l'avventura sportiva e umana di un'anima inquieta che ha incarnato l'essenza stessa di un'Italia fiaccata dalla guerra ma in cerca di nuovo entusiasmo. Una società in vorticoso cambiamento, con le sue ipocrisie e le sue nobiltà, sfila in bianco e nero accanto alla leggendaria bicicletta dell'Airone, del Campionissimo. Che avrà, infine, l'ultima parola.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un bel libro che riesce a dire ancora qualcosa, se non di nuovo, in modo diverso su Coppi, “uomo serio ma non triste”. Un testo profondo nella sua apparente leggerezza di caleidoscopio di emozioni, brividi, sentimenti. Una poesia a più voci, comunque vera anche quando probabilmente la storia non può che essere stata immaginata dall’autore a cui va il merito di aver avuto l’idea di raccontare così un uomo su cui, forse, è già stato detto tutto.
Bellissimo ed affascinante. Fausto Coppi uomo del quotidiano, non solo Campionissimo ed Airone invincibile. Fausto Coppi raccontato da chi lo ha vissuto dall'inizio alla fine. Figlio, fratello, marito, garzone, capitano e avversario: ognuno ne racconta una sfaccettatura. Diamante grezzo sorto dalla campagna collinare, tra strade polverose e vigne, salite e pianure, galline salumi e scintillanti alberghi. A tratti invincibile ma con ossa e animo di cristallo. Da leggere assolutamente
Una serie di personaggi, dai familiari ai gregari, dai rivali alla moglie e infine alla dama bianca ci danno un ritratto di Fausto Coppi, il Campionissimo che ha spaccato in due l'Italia uscita dalla guerra assieme a Gino Bartali. Erano anche amici, in particolare alla fine della carriera di entrambi, dapprima quella di Gino più vecchio, quindi quella di Fausto, che non chiuse mai la sua carriera in bici, ma in una camera rdente dopo la malaria che lo colpì durante un safari in Africa alla fine del '59. Ne esce un affresco in bianco e nero: Fausto Coppi vinse il suo primo Giro d'Italia nel '40 proprio all'inizio della guerra. Diventò primatista dell'ora nel '42 e poco dopo fu inviato come caporale in Libia, dove fu fatto prigioniero dagli inglesi. Rientrò in Italia nel '45, tornò da Napoli a casa sua in bici e riprese subito a vincere. Fu attorniato da molti personaggi, alcuni mitici come il massaggiatore cieco, altri gregari che fecero anche la sua fortuna, oltre che la loro, in quanto Coppi lasciava loro tutti i premi vinti. Infine Coppi fu protagonista di uno di quegli eventi "storici": lasciò la moglie e la figlia Marina, e si mise assieme a Giulia Occhini, da cui nasce poi Faustino. Siamo a metà degli anni cinquanta: esiste ancora il delito di adulterio. Faustino nasce in Argentina e fino a pochi anni fa portava ancora il cognome del marito di Giulia. Infine Coppi e la donna riescono a sposarsi, ma in Messico. Addirittura Fausto ebbe una condanna a due mesi, e la donna a tre e dovette passare in carcere qualche giorno in carcere.
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