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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
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Attraverso brevi capitoli, ricchi di sorprendenti aneddoti storici, episodi personali e rigorose spiegazioni, scopriamo in questo libro le differenze e le relazioni tra diversi mondi: quantistico, cosmico e umano.
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In questo libro Sean Carroll parla poco di scienza, parla di molte cose di psicologia, di filosofia, di morale. Addirittura nel capitolo 17 ci illustra le sue idee omofobe. Mediamente direi le pagine interessanti in cui si parla di scienza sono 1 su 20, un vero disastro. Inoltre Carroll al contrario della maggioranza degli altri scienziati che ‘sanno di non sapere’ è convinto di sapere tutte le cose fondamentali. Secondo lui la ‘core theory’ è tutto quello che ci serve e chi pensa che ci sia altro da scoprire rientra tra i santoni o i mistici. Oltretutto questa idea non si limita a esporla una volta ma la ribadisce ossessivamente in tutti i capitoli. Arriva a sostenere che la coscienza non abbia niente di misterioso, secondo lui tutto si riduce all’elaborazione dell’informazione: “Come sosteneva Turing, un programma che funzionasse tanto bene da sostenere in modo convincente interazioni a livello umano dovrebbe essere di fatto pensante.” (cap. 39) Anche il fatto che l’universo abbia le costanti fisiche tarate perfettamente per l’esistenza della vita non avrebbe niente di misterioso: Carroll crede nell’esistenza di un’infinità di altri universi senza vita per cui non ci sarebbe nulla da spiegare, noi saremmo semplicemente nell’unico universo possibile. Quanta la differenza con Carlo Rovelli che termina il suo ‘Sette brevi lezioni di fisica’ con questa visione: “Qui sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.”
Un libro da assaporare e in cui perdersi
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