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La finanziarizzazione è pericolosa per l’economia mondiale e per la sovranità monetaria degli Stati? Contribuisce al loro sviluppo o invece ne ostacola la stabilità? Paolo Savona ripercorre un quarto di secolo ricco di rivoluzioni e restaurazioni economiche, interrogandosi sulle regole di governo e sulle possibilità della produzione finanziaria nazionale e internazionale. «Ho la sensazione che siamo alle soglie di una rivoluzione metodologica e di un salto nella conoscenza […] ed è giusto darsi nuovi riferimenti».
scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1989, n. 5
"La politica monetaria italiana è sovrana? Se lo è, è efficace? Rispetto a quale variabile-obiettivo lo è? Facendo leva su quale variabile-strumento? Esiste una influenza delle parità di cambio sulle ragioni di scambio? Le aree arretrate devono essere trattate come quelle avanzate?" Sono questi gli interrogativi che, nelle sue stesse parole, hanno guidato la ricerca di Paolo Savona, allievo di Franco Modigliani al MIT, e poi collaboratore di numerosi centri di studio di istituzioni nazionali ed internazionali, come la Banca d'Italia, la Confindustria e la Federal Reserve di Washington, oltre che Segretario nazionale della Programmazione e presidente di un istituto di credito. I saggi qui raccolti - spesso in collaborazione: tra i coautori Giorgio La Malfa, Enzo Grilli, Jan Kregel, Michele Fratianni, Antonio Fazio - provano a mettere qualche tassello di una teoria generale della relazione tra strutture finanziarie ed economia reale che abbia al suo centro la razionalità dei mercati e la possibilità di controllarne l'andamento attraverso il veicolo del tasso d'interesse.
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