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Un libro che mi ha deluso. Mi aspettavo uno spiritoso pamphlet che, in modo spregiudicato e lieve ma elegante, mettesse alla gogna quelle tante fastidiosissime persone che avvelenano la nostra vita quotidiana, esprimendo concetti che tutti condividiamo ma che per educazione e conformismo spesso ci teniamo per noi. Invece è un'opera che la pretende a saggio scientifico, senza nerbo e senza destare interesse in chi legge. E alla lunga l'uso ripetuto della parola di cui al titolo, fuori da un contesto pungente e arguto, finisce con l'infastidire.
L'autore centra la diagnosi,di stronzi in giro ce ne sono tanti,ed irritano abbastanza.E quando parla di modelli di società eleva la stronzaggine ad un livello sistemico.Non concordo invece col giusto atteggiamento da contrapporre.James riconosce che non ci sono strategie certe,e fa riferimento all'aikido,cioè rispondere agli stronzi richiederebbe più un'arte,per cui si sfrutta la forza dell'altro per ritorcergliela contro.La cosa mi fa piacere avendo io praticato quest'arte marziale,ma io scopro nel filosofo una cedevolezza che rischia di essere fine a se stessa.Lui ritiene utile la funzione della famiglia e delle religioni,che possono arginare la nocività degli stronzi,ma quando afferma che si dovrebbe insegnare nelle scuole il disegno intelligente perchè stimoli la fiducia in un ideale progresso che opera nella storia,questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso del mio giudizio.James paragona pure gli stronzi con gli psicopatici,che a differenza dei primi sono competamente insensibili al dolore altrui e non manipolano concetti morali.Ecco,io credo che nei confronti degli stronzi sia utile comportarsi un pò da psicopatici.Invece James termina con un'ideale e per me patetica lettera rivolta agli stronzi,perchè conta che essi leggendola possano ravvedersi.A mio parere le risposte che possiamo dare ci sono,ed evidentemente non si possono esporre ai quattro venti,a buon intenditore.
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