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Vero, un ottimo spunto su una questione che interessava molto Sciascia e non può che farci indignare. Come suo solito, non c'è un libro, sia esso saggio, romanzo, racconto o critica in cui il maestro di Racalmuto abbandoni il suo stile schietto, ironico e ragionevole. Non ha bisogno di calcare la mano sulla vicenda "sgradevole" di Caterina Medici, accusata di essere una strega, torturata e ammazzata per questa "colpa". Un libello manzoniano, si direbbe, ed è sempre da Manzoni che parte questo piccolo fatto di storia civile (e letteraria). L'ironia di Sciascia è amarissima, ogni aggettivo usato con ponderatezza e restituisce un piccolo saggio di bravura. Le emozioni sono dosate e dignitose, mai urlate in faccia al lettore. Proprio per questo, commuovono di più che se qualcuno avesse imbastito un romanzo o un saggio grande il triplo su una strega e un capitano. Non lasci ingannare il titolo: non è un romanzo che promette amore. Forse c'è anche l'amore ma è affossato dalle fiamme, dal rogo, dal Potere. Si rimane increduli nel leggere di cosa furono capaci non tanto gli apparati ecclesiastici (messi sotto accusa, certo) ma soprattutto quelli giudiziari e scientifici: medici che avvallano l'accusa di stregoneria per la loro incapacità di capire la natura di una colica. Siamo al paradosso più nero, kafkiano, angosciante. Perché vero. Perché nascosto negli anfratti delle gerarchie, dei "figli di...", degli innominati, ma portati fuori da un illuminista del '900, uno degli scrittori di cui dovremmo essere più orgogliosi. Sciascia ha scritto di meglio ma anche questo piccoli libretto è una lettura da fare.
In merito ad uno studio approfondito soprattutto sull'argomento, e poi su Sciascia, il soggetto (Caterina Medici) risulta alquanto interessante; speravo però in una trattazione più approfondita del caso. Complessivamente un buono spunto per una successiva ricerca di studio.
Sciascia ricostruisce partendo dagli incartamenti processuali la vicenda, citata anche dal Manzoni, di una donna condannata a morte per stregoneria nel 17° secolo. Al di là della ovvia barbarie e ignoranza che si evince dalle dichiarazioni dei testimoni del tempo, il linguaggio risulta un po' ostico trattandosi di testimonianze dell'epoca, e il gran numero di personaggi coinvolti finisce per complicare un po' la vicenda. Non imperdibile ma curioso.
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