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Uno straniero nella terra di Lolita - Gregor von Rezzori - copertina
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Descrizione


Nel 1958, su richiesta del suo editore tedesco, Gregor von Rezzori collabora alla traduzione di "Lolita" di Vladimir Nabokov. Da quell'esperienza nasce l'idea di un'impresa: un pellegrinaggio negli Stati Uniti sulle tracce di Humbert Humbert e della sua giovane seduttrice, ma anche, e forse ancor più, alla ricerca dell'America del suo immaginario infantile, disegnata sul mappamondo di una stanza dei giochi nel cuore della Mitteleuropa. L'America dei cowboy e degli indiani, della natura incontaminata, dei grandi spazi. I tempi sono cambiati, e lo scenario che si offre a Rezzori e ai compagni di viaggio che via via lo affiancano (un giovane americano, una "vintage virgin" stregata da Scarlett O'Hara, e infine la moglie Beatrice) è ormai irrimediabilmente altro: paccottiglia turistica, chioschi di hamburger, paradisi naturali cementificati in cui le Lolite sono merce rara. Ma c'è anche un'altra faccia dell'America: Gettysburg, Harpers Ferry, i santuari di una storia che agli europei, schiacciati da un passato millenario, pare ancora incredibilmente vicina. Per Rezzori il sogno americano, quel miscuglio irresistibile di divertimento e meraviglioso infantilismo, non si è spento, e la sintesi più efficace non può essere che Las Vegas, Disneyland e nuova Gerusalemme della Terra Promessa. Qui si conclude un viaggio che per Rezzori è stato anche dialogo a distanza e confronto ininterrotto con Nabokov "gemello non identico" e suo mito letterario.
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Dettagli

2009
28 maggio 2009
87 p., Brossura
9788860881281

Voce della critica

Gregor von Rezzori (1914-1998) è il poeta di ogni sradicamento, che ritorna sempre con la fantasia nei suoi infiniti viaggi per il mondo a quella patria mitteleuropea, Czernowitz, condivisa con Paul Celan. Un luogo a cui ha dedicato la celebre epopea di Un ermellino a Cernopol (1958), in cui si riassumevano le storie della colorata, poetica, instabile, per certi tratti assurda Maghrebinia, travestimento memoriale della Bucovina della sua infanzia. Senz'altro a questo titolo e al durissimo Memorie di un antisemita (1979) si affida per molti il suo ricordo, ma al suo arco lo scrittore, che per lunghi anni fu italiano di adozione, aveva anche acuminate frecce come reporter, come dimostra l'incantevole diario I morti al loro posto (1965), tragicomica saga delle riprese di un film di Louis Malle, Viva Maria, interpretato da Brigitte Bardot e Jeanne Moreau, in cui egli compariva anche come attore (una carriera parallela, in cui spiccano appunto i cameos in questa pellicola e in Vita privata, sempre dello stesso regista, nonché un bel ruolo in Michael Kolhaas di Volker Schlöndorff, 1969).
Alla stessa categoria appartiene il volume che Guanda manda ora in libreria, Uno straniero nella terra di Lolita (traduzione di Silvia Albesano, con una ampia introduzione di Zadie Smith), cronaca di un viaggio sulle tracce di Vladimir Nabokov, scrittore amatissimo e mai conosciuto. Von Rezzori aveva collaborato con Ullstein alla versione tedesca di Lolita e però non aveva mai voluto recarsi nella dimora di Montreux perché odiava "l'idea di imporsi a qualcuno la cui autostima in quanto Nabokov era triplicata dalla consapevolezza di essere un grande scrittore, un insegnante ricco di fascino e un insigne esperto di lepidotteri". Il mito tagliente dell'autore di Ada agisce quindi anche su questo autore, che pure è ammirato dalle sue "intransigenze", come recita il titolo della sua più famosa collezione di interventi. Invece di una visita nel decadente hotel elvetico che ospitò a lungo Vladimir e Vera, l'autore preferisce un lungo viaggio in un'America di provincia, alla ricerca, spesso delusa, dei luoghi del romanzo, nel tentativo di ricostruire la mappa immaginaria che la ragazza disegna nel suo errabondo itinerario con Humbert Humbert. Il tutto, fuori da qualsiasi filologia e nella dichiarazione assoluta di bancarotta del mito a stelle e strisce, per cui nemmeno il Niagara riesce più a essere seducente. Tutto infatti si riduce a una straniata sequenza degli stessi volti che tornano a incidersi sugli stessi paesaggi, in una dimensione leggermente surreale, che solo un gesto estremo dell'immaginazione (come ascoltare, su consiglio di David Hockey, il Messiah di Händel sullo sfondo della Death Valley) riesce a esorcizzare.
Luca Scarlini

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Conosci l'autore

Gregor von Rezzori

1914, Cernowitz

Scrittore, attore e artista austriaco.Pseudonimo di Gregor Arnulph Hilarius d'Arezzo.Nato a Cernowitz nella regione della Bucovina, agli estremi confini dell’Impero Austroungarico ormai al tramonto, è morto nel 1998 nei pressi di Firenze, dove ha trascorso l’ultimo trentennio della propria vita, Gregor von Rezzori è stato l’ultimo esponente della grande letteratura sorta nello spazio danubiano negli ultimi anni della monarchia asburgica e uno scrittore di raffinatissima sensibilità, che forse più di ogni altro è riuscito a cogliere e rappresentare la fine del cosiddetto “mondo di ieri” e la frantumazione dei valori e dei significati nella quale oggi più che mai ci troviamo a vivere. Ma a differenza di molti suoi contemporanei...

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