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Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del Cinquecento
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Descrizione


"Già Christo ha incominciato [a] penetrare in Italia; ma vorrei che v'intrasse glorioso, a la scoperta, e credo che Venezia sarà la porta". Bernardino Ochino, che così scriveva nel 1542 alla Signoria di Venezia, non fu l'unico tra i seguaci italiani della Riforma a coltivare l'illusione che lo Stato marciano potesse offrire il terreno ideale per avviare, sotto la guida e il patrocinio delle autorità politiche, un esperimento di riforma della Chiesa alla luce dell'Evangelo. Auspicio generoso quanto infondato: perché la fedeltà alla tradizione cattolica era elemento essenziale dell'immagine che di se stesso aveva costruito nel corso dei secoli quel ceto dirigente veneziano pure così intransigente nel tutelare l'autonomia statale contro le ingerenze della Sede pontificia. Farsi "porta" di una riforma religiosa che mettesse in discussione la dottrina e l'ecclesiologia di Roma avrebbe significato, da parte di Venezia, incrinare irreparabilmente il proprio mito. Il Cristo annunciato dalla Riforma d'oltralpe riuscì tuttavia a penetrare anche nelle cerchie patrizie della Dominante: non certo "glorioso, a la scoperta", bensì mascherato, come quasi dovunque in Italia. Questa monografia ricostruisce le vicissitudini di quei nobili veneziani che di tale annuncio subirono in qualche modo il fascino.

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Dettagli

1999
1 settembre 1999
368 p.
9788846414298

Voce della critica



Ambrosini, Federica, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del '500, Angeli, 1999
Andretta, Stefano, La Repubblica inquieta. Venezia nel Seicento tra Italia ed Europa, Carocci, 2000
scheda di Rocci, F. L'Indice del 2000, n. 07

Solo una citt…, Venezia, lega questi due volumi assai differenti, l'uno dedicato a un aspetto della storia religiosa nel XVI secolo, l'altro che, caratterizzato da un forte impianto politico-istituzionale, si occupa della citt… nel Seicento. Federica Ambrosini sostiene in premessa al suo libro che esso tratta di personaggi non affascinanti, con storie prive di passione, forse per ci•, suppone, sinora non studiate. Sono, in realt…, le vicende di nobili veneziani vicini alla Riforma, ma ambiguamente intrisi di un (cattolicissimo?) senso di colpa verso scelte che li allontanavano dall'"ortodossia", ma soprattutto dal loro ceto, e pronti perci• a ritrattare o, almeno, a mediare quando giungevano di fronte al Sant'Uffizio. Il volume, basato quasi esclusivamente su una monumentale ricerca archivistica, descrive passo passo i fatti - ma anche i comportamenti, gli atteggiamenti, i legami, le risposte e le titubanze - dei non molti uomini e delle poche donne vicini alla religione riformata o sospetti d'esserlo. Attenta soprattutto a restituire il contenuto delle fonti, l'autrice si sofferma invece solo in pi— brevi tratti su alcuni interessanti confronti fra elementi che accomunarono le vicende dei diversi personaggi. Il libro di Stefano Andretta Š una raccolta di saggi gi… pubblicati, ora rivisti e aggiornati. Il fatto che si tratti di una serie di scritti autonomi, e non di una narrazione unitaria, assai poco nuoce alla compattezza del volume, che segue un coerente sviluppo cronologico e nel quale ben emergono gli assi portanti, primo fra tutti quello dei rapporti (pi— spesso dei contrasti) dottrinali e politici con la Chiesa, in un'epoca in cui Roma e Venezia costituivano le due maggiori realt… istituzionali della Penisola. Accanto a questo tema vi Š l'attenzione - della Serenissima e dell'autore - per la politica estera, fuori degli spazi italiani, cui si aggiunge ancora l'esame di alcuni momenti particolarmente significativi, come la crisi della Valtellina o le trattative diplomatiche per giungere alla pace di Carlowitz. Originariamente costruiti soprattutto su fonti d'archivio, ora integrate con la bibliografia recente, i saggi conservano un apparato critico non esorbitante, tale da orientare il lettore senza opprimerlo; scelta discutibile, invece, quella di raggruppare tutte le note a fine capitolo. Se gli argomenti affrontati possono forse non apparire come di grande interesse per un pubblico vasto, Š bene sottolineare che Andretta sa ricostruire in pochi tratti il retroterra di questioni complesse, rendendole comprensibili anche al lettore non specialista: ne mette in luce gli snodi fondamentali e trae con chiarezza le conclusioni.

Francesca Rocci

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