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scheda di Bertini, M., L'Indice 1996, n.11
Ivos Margoni, cui si deve un'esemplare edizione di tutte le opere di Rimbaud che Feltrinelli continua giustamente a ristampare da una trentina d'anni, si dedica in questo bel volume alla traduzione - certo meno impegnativa, ma pur sempre ricca di difficoltà - di una raccolta poetica di Prévert. È una raccolta in cui la poesia di Prévert è presente con tutti i suoi tratti più caratteristici: la trasfigurazione fiabesca del reale, lo humour, il gusto del calembour alla Queneau e della filastrocca alla Desnos, la ribellione anarchica, lo sberleffo anticlericale. Gli esiti più convincenti, meno segnati da un surrealismo edulcorato che si stempera un po' stancamente nella maniera di se stesso, sono quelli legati all'evocazione di una riconoscibile geografia parigina: geografia al tempo stesso magica e quotidiana, in cui tutti i ponti di Parigi compaiono chiamati per nome, ciascuno con la sua precisa fisionomia e, tra i negozi di animali del Lungosenna e le botteghe ebraiche di rue des Rosiers, il sole confida impenetrabili segreti di tenerezza all'Ile Saint-Louis. La nota di Margoni che accompagna il testo, oltre a rendere omaggio al "bisogno di libertà" che è il fondo più autentico del temperamento del poeta, dà conto delle difficoltà incontrate (e felicemente risolte) nel lavoro di traduzione: "Lo sforzo maggiore era quello di conservare a questa poesia... un certo numero di effetti ritmici (spesso con endecasillabi o con doppi settenari) e, quando la cosa fosse possibile, delle serie di assonanze o di rime capaci di restituire in parte l'atmosfera degli originali. E soprattutto la sua inconfondibile sintassi paratattica".
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