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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2013
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Il libro racconta uno spaccato della storia d’Italia a cavallo della seconda guerra mondiale: é crudo, interessante, profondo e non ci si può non affezionare al piccolo Useppe. Ho trovato un po’ troppo prolissa la parte dedicata al personaggio di Davide, forse un taglio di 100 pagine avrebbe giovato alla bellezza complessiva della storia narrata.
Pensare che in Italia ci sia stata un'epoca dove questo libro era un best seller mi fa invidiare chi quell'epoca l'ha vissuta. Un libro non semplice, con uno stile verboso, super descrittivo e soprattutto una storia triste e piena di dolore. Non una lettura facile o da "ombrellone", come si etichettano spesso i libri oggi giorno, ma che sicuramente lascia un bel segno a chi lo legge.
La Storia racconta la brutalità della guerra, la promiscuità degli sfollati, la lotta della resistenza, il bisogno di sopravvivenza, l’attaccamento alla vita e agli affetti. Nel romanzo troviamo Ida Ramundo, giovane vedova ma già segnata dal tempo, e i figli Antonio (detto Ninnuzzu) e Giuseppe (che diventerà Useppe), quest’ultimo frutto di una violenza ad opera di un soldato tedesco di passaggio a Roma. Ninnuzzo è sveglio, forte, ribelle, tra i partigiani diventerà Assodicuori, un lottatore ma anche un errabondo che non conoscerà gloria. Useppe è quel che rimane a sua madre: piccolo e delicato, eppure capace di esplosioni di vitalità. Useppe però ha un “grande male” che lo logora: le crisi epilettiche, improvvise e paralizzanti, gli impediscono di vivere come tutti i bambini. E allora Ida diventa il bozzolo protettivo, la campana di vetro, vigile sorvegliante delle giornate di Useppe, tra le urgenze dettate dalla fame e i traslochi “fortunosi e forzati”. Ma quel male che talvolta sembra concedere una tregua all’esile creatura, ritorna come un’onda che travolge e strappa via, senza lasciare speranza. Vale la pena leggere l’introduzione di Cesare Garboli, che del romanzo traccia non solo l’analisi testuale ma anche il filo delle considerazioni personali, alla scoperta di un testo addirittura gaio, arioso, pieno di humor.
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