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Grande opera in sette volumi di due tomi caduno nelle ristampe recenti. La prima pubblicazione risale agli anni '50/'60 con autori anglosassoni che trascurano, in larga misura, l'Antica Grecia e Roma, dimenticandosi che l'Antica Grecia è la culla della civiltà occidentale e che Roma ha diffuso e sviluppato per mille anni la civiltà, insegnando come si vive al mondo occidentale. Senza minimamente l'intenzione di attaccare gli autori. L'Italia ha poi insegnato, nuovamente, al mondo come si vive con il Rinascimento che è, almeno in partenza, il recupero del Mondo Classico. Il volume 1 di questa storia è, in ogni caso eccellente per contenuto, analisi, dati, indici. Sarebbe opportuno affiancarlo con opere sulle parti mancanti. Comunque 4 stelle.
Un capolavoro di antropologia e archeostoria che ogni essere umano dovrebbe conoscere e studiare per scoprire le proprie origini e l'umiltà splendida della fatica di inventare.
Recensioni
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scheda di Segala, M., L'Indice 1993, n. 1
Con questo primo volume ha inizio la ristampa in formato tascabile della grande "Storia della tecnologia" che Boringhieri aveva pubblicato nel 1961 e nel 1966. La casa editrice torinese ha evidentemente superato i dubbi sull'opportunità di ripresentare un'opera che ha quasi quarant'anni (il primo volume dell'edizione inglese è del 1954) e viene così offerta la possibilità di ritrovare un'opera unica nel suo genere e ormai reperibile soltanto in biblioteca. Si tratta di una scelta da condividere: la "Storia della tecnologia" non è un'enciclopedia o un'opera di consultazione bensì un'importante ricerca storica da leggere e da meditare. Attualmente non esiste un'altra storia dell'uomo come artefice e inventore e questa carenza rende ancora più importante il ruolo della presente ristampa. Senza dubbio alcuni dei capitoli che la compongono appaiono superati e meriterebbero di essere rivisti o addirittura riscritti. Ad esempio le discussioni sull'uomo come primate (cap. I) e sull'origine del linguaggio (cap. IV) andrebbero revisionate alla luce dei recenti sviluppi dell'antropologia dell'evoluzionismo e delle neuroscienze. Purtroppo lo specialismo (e le polemiche tra gli specialisti) non facilitano l'erudizione e la capacità di sintesi interdisciplinare che fondano il grande valore della "Storia della tecnologia".
È questa prospettiva interdisciplinare che di fatto la rende ancora attuale e insuperata. Non si tratta solo di una storia della tecnologia ma anche di una riflessione a più voci sull'uomo come animale che si distacca dalla propria animalità. L'uomo inventa strumenti e armi ma anche simboli e concetti. È questa idea del collegamento essenziale tra empiria e teoresi che consente agli autori di far capire che cosa è la tecnologia e di proporre una vera e propria storia dell'uomo e della cultura umana. Si capisce allora perché i curatori hanno scelto di dare spazio al già citato saggio sulla parola e il linguaggio e a un saggio sulla matematica e l'astronomia. Non viene data risposta alla vecchia questione se la tecnologia sia un prodotto della cultura oppure se la cultura sia un prodotto della tecnologia ma la trattazione dell'argomento dimostra con chiarezza che tecnologia e cultura sono così strettamente legate che forse la vecchia questione potrebbe essere messa da parte, in ogni caso questa "Storia della tecnologia" è anche una storia della cultura.
Il primo volume copre un arco temporale che va dalla nascita dell'uomo alla metà del I millennio a.C. Si articola in 31 saggi redatti da diversi autori che presentano e discutono la storia della tecnologia per argomenti. Vengono narrate le storie della misurazione del tempo, della chimica, della lavorazione dei metalli, della ruota. Ma non mancano di essere discussi gli aspetti culturali e sociali che fecero da sfondo alle invenzioni e che da esse furono modificati. Ad esempio nel capitolo dedicato all'allevamento degli animali Frederick Zeuner sottolinea come la pratica dell'addomesticamento sia stata una conseguenza sia dell'esistenza di un effettivo tessuto sociale sia della stretta interazione tra uomo e natura del Mesolitico ma critica l'idea che si sia trattato dell'applicazione di una brillante intuizione o della soddisfazione di un bisogno.
La ricca documentazione iconografica e i quattro indici (dei nomi, dei luoghi, delle piante, degli argomenti) contribuiscono ad aumentare la godibilità dell'opera come testo di lettura e di consultazione.
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