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Storia della Spagna democratica. Da Franco a Zapatero - Carmelo Adagio,Alfonso Botti - copertina
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Storia della Spagna democratica. Da Franco a Zapatero - Carmelo Adagio,Alfonso Botti - copertina

Descrizione


Il lavoro muove dalle premesse della transizione alla democrazia, tratta della nuova organizzazione dello Stato spagnolo in base alla Costituzione del 1978, esamina il sistema dei partiti e si sofferma poi sulle varie fasi della vita del Paese: i governi centristi di Adolfo Suárez, le amministrazioni socialiste di Felipe González con il loro iniziale impulso modernizzatore e l'ingloriosa fine tra gli scandali, l'ascesa dei popolari di Aznar e il loro imprevisto crollo nel 2004 fino al ritorno dei socialisti al governo con Zapatero, di cui si esaminano le prime discusse decisioni. Il volume offre anche brevi profili dei principali protagonisti, pagine sulle politiche culturali, urbanistiche e su altri aspetti.
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Dettagli

2006
1 gennaio 2006
XI-192 p., Brossura
9788842492887

Voce della critica

Questo bel lavoro di due redattori della rivista "Spagna contemporanea", nata nel 1992 e di cui Botti è condirettore, si inserisce in una rinnovata attenzione per la Spagna dopo molti anni di disinteresse o di facili stereotipi. Finora chi in Italia volesse saperne di più sulla "sorprendente" Spagna poteva utilizzare poche fonti dirette (tra cui Víctor Pérez-Díaz, La lezione spagnola, il Mulino, 2003; cfr. "L'Indice", 2004, n. 5) e dei validi, ma settoriali, testi di autori italiani. La presente sintesi delle vicende spagnole degli ultimi trent'anni permette di seguire un filo conduttore coerente e innovatore, mentre la nutrita bibliografia ragionata indica preziose piste di ricerca. Il volume affronta di petto le interpretazioni di comodo del difficile passaggio dalla dittatura franchista alla monarchia costituzionale borbonica, rifiutando le letture, sostanzialmente filofranchiste, che vedono la fase della transizione alla democrazia voluta e preparata dal caudillo. Funzionale a tale lettura, che non fu solo reazionaria, sarebbe stato anche l'oblio che i vertici del potere politico e dei mezzi di informazione della transizione imposero sul periodo più conflittuale e lacerante della storia del paese: la guerra civile del 1936-1939. Non parlare di quegli scontri armati e ideologici avrebbe favorito il ridimensionamento della conflittualità politica e sociale che nel 1975, alla morte di Franco, sembrava sul punto di esplodere in forme radicali e irriconciliabili. Botti sembra approvare tale scelta politica e culturale che "contribuì alla creazione di quel clima di consenso che accompagnò e favorì il trapasso alla democrazia".
Il libro è ricco di dati elettorali, con tabelle esplicative, utili per ripercorrere le alternanze al governo delle forze di centro (l'Ucd di Adolfo Suárez, fino al 1981), con quelle di sinistra (il Psoe di Felipe González, dal 1982 al 1996) e poi di destra (il Pp di José María Aznar fino al 2004). Sono forniti anche molti elementi per giudicare l'accelerato sviluppo economico, a partire già dai primi anni settanta, e il salto nei modelli di comportamento e di giudizio etico degli ultimi anni. Alcuni eventi di risonanza mondiale, come le Olimpiadi a Barcellona e l'Expo di Siviglia del 1992, sono evidenziati da Adagio per il loro impatto sul territorio e come biglietto da visita della "nuova Spagna" modernizzata ed efficiente. Quanto più ci si avvicina al presente, la prospettiva storica risente della carenza di fonti d'archivio (e gli autori ne sono consapevoli), mentre il giudizio storico e quello politico risultano poco scindibili. Botti ha ben trattato, anche utilizzando un precedente lavoro (La questione basca, Bruno Mondadori, 2003; cfr. "L'Indice", 2004, n. 3), il tema delle autonomie che ritiene (a ragione) centrale nello sviluppo sia delle istituzioni spagnole sia del "modello spagnolo" quale ipotesi per il delicato equilibrio dell'Unione Europea. Abbastanza inquietante appare la considerazione finale: si ricorda come da questo paese, negli ultimi due secoli, siano scaturite "anticipazioni importanti e fughe in avanti, a volte pagate a caro prezzo". Come dire che i fantasmi della guerra civile, dopo tante dichiarazioni di democraticità istituzionale, non hanno smesso di circolare in questo lembo d'Europa.
  Claudio Venza

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