Learco e Mario sono costretti da un opportunista editore romagnolo a raccontare in un libro la storia di questi due paesi, dal momento che hanno firmato in stato di ubriachezza un contratto che li vincola a consegnare il manoscritto in tempi brevi. Il romanzo raccoglie dunque le lettere che i due protagonisti si scambiano, mettendo insieme reminiscenze scolastiche e ricordi personali. All'interno di questo dialogo a due si inseriscono altre "voci", come per esempio quella di Alvise, il nipote dell editore romagnolo, desideroso di entrare a pieno titolo nel progetto. Il libro contiene, in appendice, il breve saggio Spaccarsi la testa, che si può considerare il manif della "letteratura rovinata".)
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